Tragedia di Brivio, le accuse al 34enne polacco. Velocità e cannabis, rischia 14 anni

Il pirata della strada investì e uccise le due amiche 21enni Giorgia Cagliani e Milena Marangon mentre andavano alla festa del paese. Fatale l’impatto a 81,5 km/h in un tratto con limite a 70.

Brivio

Poco più di 80 all’ora – 81,5 chilometri orari, per la precisione – in un tratto di strada “extraurbano”, via per Airuno in direzione Brivio, dove il limite di velocità è pari a 70. Nel capo di imputazione contestato a Krzystof Lewandowski, il 34enne polacco che ha investito e ucciso le due amiche 21enni Giorgia Cagliani e Milena Marangon, spicca il dato della velocità sostenuta dal carro attrezzi marca Volkswagen che l’autista polacco stava guidando da 14 ore, fino a stroncare la vita di due ragazze che andavano alla festa del paese, a Brivio, in un sabato di fine estate. Un elemento che ancora non figurava nella formulazione dell’ipotesi di reato in fase di indagine preliminare, e frutto degli accertamenti coordinati dalla procura diretta da Ezio Domenico Basso in questi tre mesi. L’uomo, raggiunto da decreto di rinvio a giudizio immediato, ha la facoltà di chiedere di essere processato con il rito alternativo, ottenendo così il relativo sconto di pena. La difesa sembra orientata in questo senso, visto che, essendo l’uomo imputato di omicidio stradale con l’aggravante della guida sotto effetto di cannabinoidi, rischia fino a 14 anni e che gli elementi a suo carico sono molto pesanti.

La dinamica è stata ricostruita alla luce dei rilievi condotti dalla polizia giudiziaria. Lewandowski, la sera del 20 settembre scorso, lungo via per Airuno, «giunto all’altezza del civico 17», in corrispondenza dell’incrocio di fronte a una palestra, procedendo appunto «a una velocità pari a circa 81,5 km/h e, quindi, non regolando la velocità del mezzo in base alle caratteristiche e condizioni della strada che, in quel punto, presentava una leggera pendenza ascendente ed una leggera inclinazione verso destra», andava a impattare tragicamente i corpi delle due ragazze, che camminavano in fila indiana assieme a una terza amica (rimasta illesa). Il giorno successivo sono state acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza di una azienda al civico 25. I video, alle 22.07, immortalano il passaggio del furgone e in lontananza si intravede quello che sembra essere una sagoma umana. In pochi secondi (sempre alle 22.07) il furgone, giunto nei pressi dell’incrocio con il centro fitness, sembra avvicinarsi progressivamente al margine destro della carreggiata, si scontra con altro veicolo posteggiato alla sua destra, investe le due donne e subito dopo effettua una manovra di svolta a sinistra, invadendo parzialmente l’opposta corsia di marcia. Ancora alle 22.07 e 43 secondi, dopo l’impatto, il furgone arresta la sua marcia qualche metro più avanti.

Davanti al Gip, il 34enne aveva riferito: «Ho urtato le donne, ho sentito un botto e grida. La cosa mi ha scioccato, mi sono fermato e sono corso dalle ragazze per vedere se erano vive. Non ho sentito il polso e mi sono allontanato perché non riuscivo a guardarle. Questo è tutto quello che posso dire dell’incidente. Sto molto male e continuo a pensare ogni giorno a quello che è successo. Sto pensando a quello che ho fatto alle famiglie di queste ragazze. Piango in continuazione. Sono un uomo rovinato».

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