Barzago, il Comune introduce
le “multe morali” per la sosta selvaggia

Sanzioni per chi viola il codice stradale, ma senza immediato esborso. Se la cattiva abitudine persiste, scatterà la multa tradizionale. L’iniziativa dopo le lamentele dei residenti

Barzago

Il Comune di Barzago inventa le cosiddette «multe morali»: hanno cominciato a fioccare sulle auto sorprese da parte della polizia locale in violazione del codice stradale. Chi se le ritrova sotto il tergicristallo della macchina, deve interpretarle come una vera e propria ammonizione, una sorta di cartellino giallo, per dirla in gergo calcistico. Come ha già avuto modo di spiegare il vicesindaco Emanuele Silvio Mauri, «le multe morali sono stampate in modo del tutto simile a una contravvenzione reale e la polizia locale che le eleva prende altresì nota della targa dei veicoli che commettono la violazione: perlopiù, vengono trovate parcheggiate in modo irregolare, infatti la sosta selvaggia è il principale fenomeno a cui assistiamo a Barzago. Qualora poi lo stesso mezzo venisse nuovamente sorpreso parcheggiato in modo irregolare, a quel punto - assicura Mauri - scatta la multa effettiva, tradizionale».

Numerose sono d’altronde le segnalazioni provenienti dai barzaghesi, per situazioni di inciviltà e pericolo relativamente proprio alla circolazione. Per l’amministrazione comunale «questi richiami morali al rispetto delle regole, seguiti eventualmente da contravvenzioni autentiche, non sono pensati tanto per castigare, ma per incentivare un senso di responsabilità che tutti noi dobbiamo avere. Purtroppo, abbiamo notato che non c’è altro modo, perché numerosi automobilisti insistono nel lasciare le macchine tranquillamente persino sui marciapiedi, dai quali quindi spesso i pedoni (anche mamme coi passeggini o i bambini per mano) devono scendere, perché non viene lasciato loro neppure lo spazio per passare». Finora Barzago detiene un singolare record: è il Comune dove non si è mai «fatta nemmeno una multa all’anno»; tuttavia, secondo l’amministrazione, «qualcuna va fatta, non per riempire le casse municipali, ma per insegnare come si sta dentro una comunità».

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