Casatenovo, era stata aggredita in guardia medica: «Lascio, ora ho paura»

La dottoressa era stata minacciata da un paziente nell’ambulatorio in paese. Il sindaco Galbiati: «Capisco che abbia paura. Da medico vedo ogni giorno che l’aggressività aumenta. Manca il rapporto di fiducia»

Casatenovo

«Il problema delle aggressioni a medici ed infermieri negli ospedali ma soprattutto negli ambulatori è diventata un’emergenza nazionale e servono interventi ancora più incisivi di quelli che sono già stati messi in atto»: così il sindaco di Casatenovo, Filippo Galbiati, reagisce al possibile abbandono della guardia medica da parte della dottoressa di Montesiro di Besana che domenica scorsa venne aggredita da un paziente nell’ambulatorio della guardia medica di Casatenovo.

La scelta

La dottoressa, subito dopo l’aggressione, aveva manifestato l’intenzione di abbandonare la propria attività: «E’ questa l’impressione che ha dato – dice ancora Galbiati – e risulta anche comprensibile che dopo circa dieci anni di servizio nella guardia medica possa non sentirsi più sicura nella prosecuzione del proprio lavoro nelle medesime condizioni». La dottoressa è una figura nota nella zona, fino ad un anno e mezzo fa infatti è stata medico di medicina generale a Nibionno, per poi trasferirsi a Desio.

«Sono un medico anche io – spiega ancora Galbiati – e vedo ogni giorno che l’aggressività dei pazienti è in aumento, e non solo quella dei pazienti ma anche dei parenti. Rispetto a dieci o quindici anni fa è un fenomeno in continua crescita, in passato non c’erano così tanti problemi. E’ presente negli ospedali ma trattandosi di strutture di grandi dimensioni con molte più persone presenti in qualche modo viene circoscritto. E’ invece decisamente più grave negli ambulatori e comprendo e capisco perfettamente la preoccupazione della dottoressa nel percepire questo pericolo».

Per fortuna nell’episodio in questione le forze dell’ordine sono intervenute molto in fretta ed hanno subito fermato il protagonista di questa aggressione, che già un anno fa aveva aggredito la stessa dottoressa in circostanze simili.

«E’ il segno del degradarsi del rapporto di fiducia fra medico e paziente e non solo. I pazienti dovrebbero comprendere che a volte i medici sono costretti a dire dei no se non ritengono le cure adeguate o corrette ma questo risulta sempre più difficile da accettare a quanto pare. E sono soprattutto le operatrici, le dottoresse e le infermiere a sentirsi maggiormente prese di mira e in pericolo».

La presa di coscienza

«Come ho detto, serve una grande presa di coscienza del problema e serve mettere in atto delle contromisure ancora più efficaci».

Probabilmente, nel caso di specie, c’era anche un certo risentimento da parte del paziente che si sera già scontrato con la dottoressa, infatti aveva anche sottratto il cellulare di servizio della continuità assistenziale probabilmente scambiandolo per quello personale della dottoressa.

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