Chiesto il processo per l’autista che fuggì dopo l’incidente di Ambra De Dionigi, travolta e uccisa

Sarà discussa il 1° luglio al tribunale di Lecco l’udienza preliminare per Samuele Gadola, 50enne di Carate Brianza accusato di omicidio stradale per la morte di Ambra De Dionigi, 29 anni, travolta la sera del 22 dicembre a Nibionno. L’uomo è ora ai domiciliari

Nibionno

Processo vicino per Samuele Gadola, il 50enne di Carate Brianza arrestato a febbraio con l’accusa di omicidio stradale per aver investito e ucciso la sera del 22 dicembre 2024, a Nibiono, Ambra De Dionigi, 29 anni, e di essersi allontanato a bordo del suo furgone da lavoro lasciandola a morire al gelo, sul ciglio della strada.

Nei confronti dell’uomo, attualmente agli arresti domiciliari e difeso dall’avvocata Francesca Allegra, la procura ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata il primo luglio, al tribunale di Lecco. L’uomo, secondo l’accusa, era al volante del mezzo che ha urtato la giovane di Pasturo, piccolo comune arrampicato della Valsassina, ed era stato identificato grazie alle indagini dei carabinieri. Molto pesanti gli elementi raccolti dagli investigatori dell’Arma, a partire dalla scoperta di un ciondolo della donna, incastrato nella carrozzeria deformata del mezzo.

Una sorta di “pistola fumante”, questa, che aveva aggravato la posizione dell’autista. Il cadavere di Ambra De Dionigi era stato trovato la mattina del 23 dicembre da alcuni dipendenti della ditta che si affaccia sull’area in cui è avvenuto lo schianto, a Nibionno, lungo il controviale della Statale 36. L’investimento era avvenuti la sera precedente. Le indagini erano partite da un fotogramma di un filmato estratto dall’impianto di videosorveglianza di una delle tante aziende della zona. I carabinieri avevano notato il passaggio di un furgone bianco, che è risultato essere il mezzo coinvolto, riportato dall’imputato alla sede aziendale, pur con le ammaccature provocate dall’impatto con il corpo della giovane.

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