Oggiono, ripristinato il torrente Gandaloglio dopo le alluvioni

L’intervento si è reso necessario dopo gli eventi meteo eccezionali del settembre 2024. Contrario il Circolo Ambiente Ilaria Alpi, favorevole l’opposizione

Oggiono

I lavori sono pressoché terminati ed è stato ripulito, con l’intervento delle ruspe, il fondo del torrente Gandaloglio, per abbassarne il letto, rimuovendo depositi e detriti. Se ne è occupata l’amministrazione comunale. In particolare, all’altezza della strada provinciale 51 è avvenuta la rimozione del materiale depositato sul fondo dell’alveo del torrente per un tratto di circa 140 metri; inoltre, lungo la Sp49, in corrispondenza della zona industriale di via Mognago, è avvenuta una rimozione ulteriore, per altri 190 metri circa, secondo quanto previsto dal progetto esecutivo che porta la firma dell’ingegner Tomaso Luca Invernizzi. I fondi attraverso cui coprire i costi dell’intervento sono stati assegnati al Comune di Oggiono dal Consiglio dei ministri - attraverso il dipartimento della Protezione civile - che già aveva dichiarato lo stato di emergenza per gli eccezionali eventi meteo verificatisi nei giorni dall’8 al 12 settembre 2024 nel territorio dell’intera provincia di Bergamo e dei Comuni di Dolzago, di Missaglia, di Molteno e di Oggiono della provincia di Lecco (oltre che nei Comuni di Gargnano, di Bagolino, di Pertica bassa e di Lavenone della provincia di Brescia).

Come ricordato dal sindaco di Oggiono, Chiara Narciso, «naturalmente, gli eventi atmosferici non sono affatto mancati nemmeno nel corso del 2025 e, ogni volta, aggravando la situazione con depositi aggiuntivi di materiali trascinati dalle acque del Gandaloglio, da monte, e depositati a fare da tappo in diversi punti. Ciò significa – osserva Narciso – che il margine si era progressivamente ridotto tra il fondale e le sponde, sicché il Gandaloglio purtroppo tracimava anche in presenza di precipitazioni non eccezionali, né per portata né per intensità. In presenza di questo strato di materiale sul fondo, il torrente usciva dagli argini ancora prima che potessero entrare in funzione le opere di captazione e di presa delle acque di piena programmate a valle, nell’ambito del più ampie e complessivo progetto finanziato dalla Regione ovvero a monte, fin nella piana in località Bergamina». Lo strato da asportare per restituire fluidità al Gandaloglio è stato calcolato in 30 centimetri mediamente, con un quadro economico di oltre 103.000 euro per il primo intervento e superiore ai 155.000 per il secondo, cioè un investimento totale di 258.410 euro sui due tratti, ma la spesa si è sensibilmente ridotta in fase di appalto grazie al ribasso offerto, che è arrivato al 23,82% da parte della Fratelli Locatelli Srl di Introbio: quest’ultima si è aggiudicata l’appalto e sta portando a termine ora i lavori.

All’intervento si è detto contrario il Circolo ambiente Ilaria Alpi, presieduto da Roberto Fumagalli, che nei giorni scorsi ha contestato: «Come abbiamo già avuto modo di dire in altre occasioni, il trascinamento dei detriti nel letto dei fiumi fa parte dell’azione, assolutamente naturale, dei corsi d’acqua stessi. Pertanto, rimuovere questi depositi non solo rappresenta un’azione inutile poiché interviene su un ciclo che i fiumi continueranno a ripetere, ma è altresì dannosa per l’equilibrio ecologico dei corsi». Al contrario, l’opposizione politica ha espresso condivisione riguardo all’intervento «in considerazione del rischio in termini di incolumità per le vite umane, al quale sono esposti i residenti lungo il Gandaloglio, che rappresenta una priorità assoluta rispetto a qualsiasi altra eventuale valutazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA