Canottaggio / Lecco città
Mercoledì 19 Novembre 2025
Canottieri Lecco, Cariboni rompe
il silenzio: «Voglio innovare
ma nel solco della tradizione»
L’ex presidente interviene sulle prossime elezioni e sulle voci di una sua candidatura alle amministrative lecchesi, smentendo le indiscrezioni e confermando il suo ruolo
Lecco
Marco Cariboni, ex presidente della Canottieri Lecco - la cui crisi interna, fra dissidi, incomprensioni e dimissioni, ha portato alle elezioni del nuovo Consiglio direttivo, in programma venerdì - torna a parlare. Fra chiarimenti, conferme e smentite.... Intanto, delle voci che lo vorrebbero lasciare la Canottieri per correre alle prossime amministrative lecchesi, dice: «Assolutamente no. Certo, avevo accennato ad una lista di ottuagenari, ma è stata poco più di una battuta, anche se avevo valutato dei temi e gli avrei fatti dominanti, qualora avessi portato avanti l’idea».
Mi dimetto, resto, mi dimetto... Anche meno, no? «È fuori discussione che le mie dimissioni finali – prosegue il dirigente -, seguite da una maggioranza del Consiglio, hanno provocato la “caduta del governo” della Canottieri e la necessità di nuove elezioni. Come avete riportato in modo corretto e puntuale sul vostro giornale, la crisi è stata generata da una mia diversa veduta di conduzione del circolo. Alla base del mio dissenso ci sono gli atteggiamenti di alcuni consiglieri, atteggiamenti che non condivido e che hanno generato una situazione di tensione, perpetrata oltre misura. Questo è alla base delle mie, ripetutamente paventate, dimissioni...». Continua Cariboni: «Siedo in Consiglio dal 1975 e ho pure compiuto 80 anni; quindi pare logico che io possa essere sostituito da forze più giovani, anche se mi sarebbe piaciuto raggiungere il record del presidentissimo Badoni.... Ma agli anni, al cuore, che da un po’ ai numeri, si è aggiunto un altro malessere (testuale.ndr) che mi impedisce di darmi da fare come un tempo. Queste le motivazioni del mio “tira e molla”. Ma un gran numero di soci, oltre ai candidati della lista che mi sostiene, mi hanno chiesto di restare al timone, almeno al tempo necessario per avviare il mio sostituto».
Si è parlato di due liste all’interno della lista unica, una facente capo all’attuale sindaco di Malgrate Michele Peccati sulla linea di Lucia Micheli e Stefano Gerosa (i due vicepresidenti uscenti che non si ricandideranno), l’altra facente capo a Marco Cariboni, con qualche indeciso. 23 i candidati... «Una spaccatura? Sì, ovvio. In maniera più o meno evidente c’è sempre stata... È chiaro che, come nelle normali elezioni comunali e amministrative, girano i santini... Ma è sempre successo: siamo una polisportiva ed è una conseguenza di questo».
Giusto dire dunque che la lista Peccati – sulle posizioni di Micheli e Gerosa – sia una lista orientata al rinnovamento del Circolo, mentre la lista di stampo Cariboni sia più tesa a criteri “conservatori”? «È vero, ma cambiando un attimo le parole. Io voglio essere innovatore, ma assolutamente nel solco della tradizione della Canottieri. Nel Circolo sono senz’altro un conservatore e intendo restare conservatore, ma non diamo a questa definizione connotati politici. In politica non sono affatto conservatore, ma nell’ambito della Canottieri sì: perché la Canottieri è arrivata fino a 130 anni, mantenendo sempre questo schema politico; ed è un dato di fatto. Allora mi domando quale sia la necessità di cambiare. Perché ci sono stati dei dissidi? Perché ci sono attriti? È sempre successo. Io sono qui da 50 anni, abbiamo avuto dei boom, degli alti e dei bassi. Sono i cicli del Circolo. Io, e quelli che mi seguono, siamo convinti che meno la si tocca, più la Canottieri rimarrà un’istituzione fedele alla città, fedele ai suoi scopi».
A sabato sera, allora... «Sì, e cercherò di fare ancora la mia parte nel supremo interesse della Canottieri che è una meravigliosa istituzione a cui ho donato, con assoluto piacere, l’arte della mia vita. Se la vittoria sarà della parte avversa, mi complimenterò con i vincitori. In ogni caso sarò a disposizione per garantire un corretto passaggio di consegne».
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