Intelligenza artificiale, boom tra i giovani. Goretti: «Va inserita nei percorsi scolastici»

L’Intelligenza Artificiale è sempre più usata dagli studenti come assistente. I docenti ne fanno uso in classe e ne richiedono una formazione ad hoc.

Lecco

Secondo il secondo Rapporto dell’Osservatorio sulle competenze Look Forward, l’84% degli universitari utilizza l’Intelligenza Artificiale come assistente allo studio. Non si tratta più di una curiosità sperimentale, ma di una pratica diffusa e ormai consolidata, che sta cambiando il modo in cui gli studenti affrontano la preparazione e l’apprendimento. Parallelamente, un’indagine condotta da Indire nell’ambito del progetto Paths insieme a Tecnica della Scuola – che ha coinvolto 1.803 docenti su base volontaria – mostra che il 57,4% degli insegnanti dichiara di aver già fatto ricorso a sistemi di IA per la didattica, sia per preparare le lezioni, sia come strumento compensativo per alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. Inoltre, il 68% dei professori intervistati ha espresso l’esigenza di una formazione specifica sull’uso di queste tecnologie, segno che la consapevolezza della loro portata è già entrata nel mondo della scuola.

Mario Goretti, amministratore delegato di Agomir, azienda informatica lecchese, osserva come il fenomeno sia ancora più evidente tra i giovani in età scolastica e universitaria: «Nei ragazzi dai 16 ai 22 anni l’uso degli strumenti di Intelligenza Artificiale generativa è ormai spasmodico. È un po’ il nuovo Google: un’enciclopedia moderna, sempre disponibile, che fornisce risposte testuali e conversazionali. Se vogliamo, è una nicchia, ma democratica e diffusa».

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