Livigno, il giudice conferma il sequestro
del cantiere alla pista di Coppa del Mondo

L’intervento è bloccato per presunte mancanze di autorizzazioni e gestione illecita di rifiuti. Indagati il legale rappresentante di Sitas e due imprenditori

Livigno

I lavori per l’adeguamento della pista da sci, chiamata a ospitare a Livigno, a fine dicembre, la gara di Coppa del Mondo, si complicano. Il cantiere in quota, lo scorso 9 settembre, era stato posto sotto sequestro d’iniziativa dai militari della caserma di Bormio e del Comando provinciale di Sondrio del Gruppo Carabinieri Forestali, di cui è comandante il colonnello Andrea Turco. Un blitz scattato per la presunta mancanza di autorizzazioni (di mezzo c’è pure la Sovrintendenza) all’avvio dell’intervento che, nelle scorse settimane, ha comportato un notevole movimento terra.

L’annuncio che Livigno fosse stata scelta come sede di gara risale ai mesi scorsi, ma nei giorni scorsi è giunta un’improvvisa mazzata a gelare gli entusiasmi. Ai 2375 metri della località Costaccia, dove sono in corso i lavori per prolungare il tracciato, così da renderlo idoneo con le caratteristiche richieste per la gara di Coppa, i militari avevano notificato ai responsabili del cantiere un decreto di sequestro penale nell’ambito di un’indagine preliminare coordinata dal magistrato Daniele Carli Ballola. L’indagine mira ad accertare se esistano gli atti che autorizzano l’intervento ambientale.

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