Piantedo, il market della droga nei boschi è sempre aperto. «Serve un’altra retata»

Un pensionato: «La richiesta c’è sempre». Un imprenditore: «Mezz’ora e vedi i movimenti». Cresce il flusso di clienti dopo lo smantellamento della piazza di spaccio di Talamona.

Piantedo


C’è un viavai continuo. In tanti arrivano a piedi, altri in auto. Il tempo necessario per lo shopping e poi ripartono. Ovviamente poi ritornano, nei giorni successivi, a consumazione avvenuta. Il market della droga è sempre aperto 24 ore su 24, festivi compresi.
«La richiesta del prodotto c’è - dice Marco, un pensionato della zona che parla malvolentieri perché teme che qualche pusher del giro lo veda mentre si intrattiene con un estraneo, ossia il cronista -. In passato qualche retata dei carabinieri c’è stata. Una breve pausa e poi tutto riprende come prima. Vede quel cartello? Il proprietario del terreno non vede l’ora di venderlo. Da lì passano i clienti e i venditori. Chissà se riuscirà mai a trovare un acquirente».

Siamo su via per Colico, una zona franca, fra la località turistica lariana e il territorio comunale di Piantedo, appena pochi metri più in là. Laggiù c’è un ristorante e un’area sportiva attrezzata per chi ama gli sport acquatici da praticare nel laghetto.

«Basta fermarsi qui mezz’ora, non di più - dice un imprenditore - e può vedere i movimenti. Mi hanno detto che, da qualche tempo, per non dare troppo nell’occhio, tanti clienti non salgono più dal prato per raggiungere il rudere dove sono accampati i pusher, ma arrivano direttamente alle loro spalle, dopo una camminata di pochissimi minuti da un sentiero sulla montagna. Dopo la compravendita se ne vanno con l’auto parcheggiata su quell’area sterrata o in bicicletta, se abitano a poca distanza».

Chi gestisce un’altra struttura ricettiva non ha alcuna voglia di esporsi: «Sono perfettamente al corrente di quanto succede nelle vicinanze. Ma, sino ad oggi, nessun cliente ha avuto fastidi dagli spacciatori e non vorrei dichiarazioni che mi procurino una cattiva pubblicità».

Il signor Mario di Piantedo, invece, qualcosa dice: «Mia sorella ha la casa più vicina a quegli individui, che vendono stupefacenti di tutti i tipi. Ma non sono ancora stanchi di finire in prigione? Li vede trafficare, in particolare, nelle ore serali e notturne. Noi che abitiamo qui, invece, subiamo maggiormente i disagi del traffico di auto e moto dei clienti che attraversano la via per Colico per raggiungere il bosco per rifornirsi delle dosi. Mi hanno detto che c’è pure un servizio a domicilio, ovviamente si paga un supplemento».

La conferma di un compaesano, oggi in pensione, che ha lavorato in fabbrica: «Non suonano il campanello. Il disturbo principale è rappresentato solo dall’aumento del passaggio. Da quando, di recente, la polizia di Sondrio ha smantellato la piazza di spaccio di Talamona, è cresciuto il flusso della clientela qui, nel bosco sovrastante la via per Colico. Speriamo in un nuovo intervento delle forze dell’ordine. La paura principale è rappresentata dal fatto che possano essere armati e capiti qualcosa di grave come di recente accaduto a Castione Andevenno».

Francesco, 60 anni, ragioniere che risiede a Colico, è contabile in un’azienda di Piantedo: «Per un soffio non mi sono imbattuto negli spacciatori. Una mattina presto. Era il mio giorno di riposo e volevo trovare qualche fungo. Lei stia pronto, che un giorno, se mi rendo conto che possano essersi allontanati, a volte lo fanno quando le scorte finiscono, la chiamo. Controllo con il mio potente binocolo. Sale e scatta alcune foto molto significative».

E, in effetti, le foto sono eloquenti: c’è tutto l’occorrente, lo spazio cucina con il fornello, le bottiglie dell’olio, il pacchetto del caffè, le stoviglie e i piatti ad asciugare dopo il lavaggio seguito al pranzo. C’è pure l’“area-doccia”, la tenda per ripararsi dal caldo o dalla pioggia, le sedie vicino a un rudere. «In occasione del femminicidio di Poggiridenti - aggiunge il professionista - ho letto sui giornali dell’ottima collaborazione e sinergia fra le Procure di Lecco e Sondrio che ha portato alla rapida cattura dell’assassino. Anche in questa occasione i magistrati potrebbero mandare i carabinieri delle due realtà provinciali a fare pulizia nei boschi operando qualche arresto. Lo scriva».

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