Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 07 Novembre 2025
Crisi Melavì, udienza il 19 febbraio
Il giudice entrerà nel merito della concessione o meno dell’omologa
Sondrio
A distanza di 22 giorni dall’udienza in Tribunale a Sondrio convocata per decidere in merito all’omologa, cioè all’accettazione o meno del piano di concordato semplificato presentato dalla società cooperativa Melavì di Ponte in Valtellina per gestire la fase di cessazione dell’attività senza ricorrere alla liquidazione giudiziale, il collegio giudicante si è espresso. Ha sciolto la riserva nella giornata di giovedì, ed ha comunicato alla parti che la notifica del piano inviata ai creditori da Melavì è viziata da nullità, dal punto di vista oggettivo e soggettivo, e quindi occorre procedere ad una nuova notifica entro il 31 dicembre prossimo. Nel contempo, il collegio giudicante, presieduto da Barbara Licitra, a latere i giudici Maria Martina Marchini e Caterina Romiti, ha fissato la nuova udienza al 19 febbraio 2026.
In quella sede, se non vi saranno ulteriori problemi d’ordine procedurale, si entrerà nel merito della concessione o meno dell’omologa e il collegio giudicante potrebbe già, da subito, decidere di considerare il piano di concordato semplificato presentato da Melavì accettabile, oppure di respingerlo. Anche se ci sono buone possibilità che l’udienza si chiuda di nuovo con una riserva a decidere, considerato che parliamo di un vicenda molto complessa, con notevoli implicazioni dal punto di vista giuridico, ma non solo. No comment rispetto al provvedimento del tribunale da parte dei legali dei 50 soci con prestito sociale, cioè con i propri soldi bloccati sul libretto di risparmi di Melavì per un totale di 2,8 milioni di euro, che si erano opposti all’omologa del piano di concordato preventivo semplice.
Gli avvocati Federico Corona ed Enrico Muffatti, del foro di Sondrio, hanno preso atto della decisione e attendono di poter tornare in aula il 19 febbraio del prossimo anno per entrare nel merito della vicenda. Con ogni probabilità parteciperanno anche le tre socie e figlie di soci della cooperativa, Donata Balzarolo, Carla Fiori e Barbara Paruscio, che si erano fatte paladine dell’esigenza di chiarezza da parte societaria raccogliendo l’adesione di più associati per opporsi al concordato semplice e mettere a nudo le responsabilità dei vertici societari. In aula, il 16 ottobre scorso, c’era il presidente della cooperativa, Daniele Pasini, ed ha assistito all’udienza anche il commercialista Paolo Roscio così come era presente Simone Martinalli, ausiliario del giudice delegato, redattore del parere motivato sulla proposta di concordato semplificato. Ma anche da parte societaria, al momento, nessun commento. Intanto, in Melavì si va verso la dismissione.
«Entro metà dicembre si terrà un’assemblea dei soci per approvare la messa in liquidazione di Melavì - dice Giambattista Pruneri, sindaco di Tovo e vicepresidente della stessa - dopodiché, in caso di responso affermativo, Melavì sarà definitivamente chiusa e il provvedimento verrà inviato al giudice del Tribunale di Sondrio e al ministero dell’Agricoltura per gli atti conseguenti. A quel punto dovrebbe subentrare un liquidatore e cesserebbe la responsabilità del cda, anche se noi consiglieri, voglio precisare, abbiamo sempre votato la presa d’atto di decisioni assunte dai vertici che, a mio avviso, non hanno operato sempre al meglio per la cooperativa». Pruneri giudica questa situazione «tragica - dice -, per il comparto, ritrovatosi con sei milioni di perdite da un giorno all’altro. Ora la speranza è che ci venga lasciata dal tribunale la possibilità di utilizzare lo stabilimento di Tovo per il prossimo anno, altrimenti non so come potrà andare a finire».
© RIPRODUZIONE RISERVATA