Elicottero caduto ad Albosaggia, indagini a una svolta

La Procura di Sondrio valuta le responsabilità per l’incidente in cui morì il pilota Giovanni Murari. Al vaglio lo stato dei luoghi e la segnaletica dell’elettrodotto.

Albosaggia

A una svolta l’indagine sull’elicottero Robinson R22 entrato in collisione con il cavo di guardia dell’elettrodotto «Stazzona-Verderio», al Torchione di Albosaggia, alle 18 del 10 agosto 2022, incidente in cui perse la vita il pilota, Giovanni Murari, 60 anni, di Pressana (Verona), ma residente a Capriate San Gervasio (Bergamo) e da otto anni istruttore di volo della Eurotech di Caiolo, e rimase ferito il passeggero che era salito con lui sul mezzo per un volo da diporto in Valmalenco.

Tommaso Devignani, che oggi ha vent’anni, di Abbadia Lariana, venne portato in ospedale per tutte le cure e gli accertamenti del caso e dopo otto giorni di degenza rientrò a casa con questa terribile esperienza sulle spalle, ma vivo.

Un incidente aereo che sconvolse Albosaggia, la Valtellina, e il mondo del volo locale e non solo, in particolare, dal momento che Murari era da tutti considerato un ottimo pilota, esperto, serio e attento.

Difficile anche per gli inquirenti risalire alle cause dell’accaduto. Il procuratore della Repubblica di Sondrio, Piero Basilone, e il sostituto Stefano Latorre si recarono subito sul luogo della tragedia, che venne transennato, e aprirono un fascicolo per omicidio colposo, lesioni colpose e disastro aviatorio colposo richiedendo una consulenza tecnica specialistica, come da prassi in questi casi, all’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo.

L’Agenzia, il 23 dicembre 2022 ha trasmesso alla procura una prima relazione tecnica nella quale «non si faceva alcun riferimento a profili di colpa del pilota o di terzi» – scrive la procura nel comunicato stampa diffuso ieri – «anche nella parte finale era tuttavia evidenziata l’esistenza di criticità, più volte segnalate dalla stessa agenzia all’Enac riguardanti ostacoli alla navigazione area quali i piloni della linea elettrica e altro ancora. Inoltre, l’Agenzia chiedeva alla procura di effettuare ulteriori verifiche sul propulsore e sulle componenti meccaniche dell’elicottero».

A quel punto, è scattato il conferimento di un incarico peritale da parte della procura ad un esperto in questioni aeronautiche, il comandante Stefano Benassi, per capire la dinamica e le cause del sinistro e, in particolare, se vi fossero stati comportamenti nella conduzione del mezzo che potessero rilevare ai fini delle responsabilità o difetti e anomalie tecniche sul velivolo, aspetti sui quali l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo non si era affatto espressa.

Complesso, tuttavia, per i magistrati sondriesi, anche il raffronto fra le due perizie, quella dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e quella del comandante Benassi, dettagliate dal punto di vista tecnico e non di facile lettura anche perché in ciascuna ci si è soffermati su aspetti specifici e non tutti toccati anche dall’altra.

In sintesi, si tratta di capire se il grave sinistro aeronautico sia da imputare ad un comportamento umano, ad un errore che derivi da una distrazione del pilota, se sia, invece, da imputare ad un difetto del velivolo o se sia da ricondurre ad una errata segnalazione dell’elettrodotto «anche tenendo conto – scrive il procuratore Basilone – che il pilota era esperto e il luogo dell’incidente è situato nelle immediate vicinanze sia dell’aviosuperficie di Caiolo sia dell’elisuperficie della Eurotech».

Oltre la procura non va rinviando a «conclusioni che trarremo nei prossimi giorni», ma par di capire che l’archiviazione non sia dietro l’angolo. A pesare nella decisione, con ogni probabilità, non sarà il comportamento personale del pilota, ma lo stato dei luoghi in cui si è prodotto l’incidente tenuto conto che la linea aerea contro la quale ha cozzato il velivolo, cioè il cavo di guardia dell’elettrodotto a 132 kilovolt situato fra i tralicci 447 e 448, non era dotato di palloncini segnaletici, quelli che di norma si vedono sui cavi degli elettrodotti che circondano le aree aeroportuali.

Non è escluso che proprio questo possa essere il punto nodale della questione, quello su cui indugeranno i magistrati nel meditare su una possibile richiesta di rinvio a giudizio. Nel caso in cui, invece, prevalesse la tesi dell’errore umano, sarebbe archiviazione sicura considerato che il pilota è deceduto poco dopo essere precipitato al suolo.

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