
Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 14 Ottobre 2025
Lavoratori frontalieri: ristorni ai Comuni e contributo salute
Regione Lombardia ha stanziato oltre 14 milioni di euro per i ristorni fiscali. Confermata la tassa sulla salute al 3% in attesa del decreto attuativo. I sindacati che esprimono la loro contrarietà.
Sondrio
Da una parte il versamento in unica soluzione ai territori di confine dei ristorni dei lavoratori frontalieri in Svizzera, corrispondenti al 40% delle tasse da loro pagate alla fonte, dall’altro la conferma dell’applicazione della tassa, o contributo sulla salute, a seconda di come se la vede, al 3% non appena sarà pronto ed approvato il decreto attuativo in fase di stesura da parte del ministero della Salute di concerto con quello dell’Economia e finanze.
Sono le novità ultime relative al mondo del frontalierato che tanta parte ha nell’economia della provincia di Sondrio, considerato il gran numero di lavoratori che, quotidianamente, partono dalle loro case situate soprattutto in Valchiavenna, ma anche in tutta la Valtellina, per raggiungere il posto di lavoro nel Canton Grigioni e nel Ticino.
Per quanto riguarda i ristorni fiscali, regione Lombardia ha annunciato il trasferimento alle province e alle Comunità montane lombarde, in unica soluzione, come detto, di 14 milioni e 173mila euro per il 2023, un milione in più di quanto trasferito nel 2022, dei quali due grosse fette vanno alle Province di Varese e di Como, 5,6 milioni alla prima e 4,4 alla seconda, ma notevole è anche il ristorno per i territori di confine della nostra provincia, cui giungeranno un milione e 590mila euro.
Per la precisione, all’ente provincia sono stati assegnati 132.896 euro, mentre il grosso di questo ristorno va alle Comunità montane in cui sono presenti più lavoratori frontalieri, ovvero quella della Valchiavenna (429.958 euro), quella di Sondrio (367.419 euro), dell’Alta Valtellina (306.443 euro), di Tirano (206.380 euro), e di Morbegno (146.967 euro).
E non è tutto, perché a questi fondi devono aggiungersi le risorse versate direttamente ai Comuni di frontiera che hanno una percentuale di lavoratori frontalieri maggiore del 3% dei residenti.
«Si tratta di risorse importanti» dicono Attilio Fontana, governatore regionale, e Massimo Sertori, assessore regionale ai rapporti con la Confederazione elvetica «che potranno essere utilizzate per interventi concreti sui territori di frontiera fermo restando il vincolo, per i progetti del territorio, di presentare alla Direzione generale competente, entro sei mesi dalla pubblicazione della delibera di assegnazione dei fondi, l’atto con cui si approvano il dettaglio della programmazione e la tempistica di attuazione dei lavori attuati attraverso i ristorni».
Un meccanismo che, ricordiamo, sarà in vigore fino al 2033, poi, in ragione del nuovo accordo fiscale italo-svizzero, cesserà.
E sempre in tema di frontalierato, si è svolto lunedì in Regione un altro importante incontro indetto dall’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori con i rappresentanti sindacali dei lavoratori frontalieri, Giuseppe Augurusa, per la Cgil, Marco Contessa per la Cisl, e Raimondo Pancrazio per la Uil.
Tema l’applicazione di quella che per i sindacati è la tassa sulla salute e per i proponenti è un contributo sulla salute.
Ebbene, «la Regione ha confermato l’intenzione di procedere non appena il decreto attuativo, attualmente in fase di stesura al ministero della Salute, in tandem con quello delle Finanze, sarà approvato, verosimilmente nelle prossime settimane» dicono le parti sindacali «La misura è pure confermata al 3% con una destinazione del gettito fino al 70% ai professionisti della sanità e fino al 30% a interventi di welfare. Abbiamo ribadito la nostra insoddisfazione, la necessità di un approfondimento giuridico e la contrarietà alla tassa rispetto ai profili di incostituzionalità. Ci confronteremo su questo e gli altri temi sul tappeto nelle assemblee di novembre con i lavoratori».
In provincia di Sondrio si terranno il 7 a Tirano e l’8 a Chiavenna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA