Melavì, udienza in tribunale a Sondrio: entro fine settimana la decisione del giudice

I lavoratori attendono il pagamento degli stipendi di marzo e aprile. Dal primo maggio è scattata la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività

Ponte in Valtellina

É terminata alle 12.30 di oggi l’udienza in Tribunale a Sondrio, sezione fallimentare, in merito alla concessione delle misure cautelari protettive del patrimonio di Melavì, cooperativa ortofrutticola di Ponte in Valtellina di cui è già stata annunciata la cessazione.

I documenti richiesti nella precedente udienza del 30 aprile, cioè l’atto notarile di sottoscrizione della procedura negoziale, sono stati depositati, le parti sono state sentite dal giudice Sara Cargasacchi, ma lo sblocco dei fondi necessari ai pagamenti degli stipendi dei lavoratori Melavì non c’è ancora.

Il giudice si è, infatti, riservato di decidere, per cui la pronuncia slitta a domani o venerdì. Poi, con ogni probabilità, i lavoratori potranno conoscere il loro destino, almeno rispetto al pagamento degli stipendi di marzo ed aprile, perché, a breve, scade anche il termine per ottenere il corrispettivo dello scorso mese.

«Il 15 maggio, precisamente - ricordano i sindacati di categoria che, nelle persone di Valter Rossi, della Flai Cgil, Ilaria Urbarni, della Fai Cisl, e Donatella Canclini, della Uila Uil, seguono questa tribolata partita -. Le lavoratrici e i lavoratori sono stanchi di questa situazione e non ne possono più, per cui noi auspichiamo davvero che a breve possa giungere una determinazione loro favorevole dal Tribunale di Sondrio. Il 15 maggio ci riuniremo, con loro, in assemblea e per quella data speriamo di poter avere buone notizie da condividere con i 71 dipendenti Melavì, dei quali solo 18 sono a tempo indeterminato, mentre tutti gli altri sono tempi determinati e avventizi soprattutto agricoli».

Per i primi, ricordiamolo, c’è il paracadute sociale, perché, per loro, è scattata dal 1° maggio la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, mentre per tutti gli altri non ci sono ammortizzatori per cui o verranno ricollocati immediatamente o andranno in cassa agricola la quale, però, viene erogata solo nel 2026.

Una brutta situazione che sta spingendo già chi ha trovato valide alternative a lasciare la cooperativa e il proprio posto di lavoro, il che va a deteriorare ancor più il contesto difficile in cui ci si sta muovendo.

Dal canto suo, anche l’azienda sta compiendo i passi di rito. Ad inizio settimana si è riunito il consiglio di amministrazione al completo di Melavì e, in quel contesto, oltre a fare il punto della situazione rispetto all’andamento degli ultimi tre mesi, migliore rispetto al passato, è stato anche sottoscritto l’atto notarile di apertura della procedura negoziale, che era stato richiesto in seno all’udienza del tribunale fallimentare del 30 aprile scorso. Dopodiché, il 21 maggio prossimo, all’auditorium di Villa di Tirano, si terrà l’assemblea dei soci in cui tutti verranno portati a conoscenza dello stato dell’arte.

Con la grave situazione venuta a prodursi sia in ragione di carenze gestionali sia per effetto della progressiva fuoriuscita dei soci dalla cooperativa con conseguente ridimensionamento dei quintali di mele conferite. Il che, ovvio, non poteva non ripercuotersi sui ricavi e sui costi di gestione.

Sono giorni, quindi, questi, di fibrillazione per dipendenti e associati, e di preoccupazione per il futuro del settore, soprattutto per i tanti piccoli coltivatori che hanno creduto nella cooperativa e per i quali costituiva un baluardo.

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