
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 20 Agosto 2025
Nucleare, chiesto il permesso per tornare a cercare l'uranio in Val Vedello
La società Canoel Italia ha manifestato interesse per l'attività di ricerca mineraria di uranio: la valle ospita il più grande giacimento in Italia. Ma a Piateda è subito polemica
Piateda
“Ritorno di fiamma” per l’uranio in Val Vedello? Sembrerebbe proprio così. All’albo pretorio del Comune di Piateda è stato pubblicato, infatti, l’avviso dell’istanza relativa al permesso di ricerca mineraria per uranio e minerali associati in Val Vedello. L’avviso è firmato dalla Regione Lombardia, mentre l’istanza è di Canoel Italia, società di diritto italiano con oltre dieci anni di esperienza nel settore degli idrocarburi e dell’energia, che ha manifestato interesse per lo sviluppo di attività di esplorazione negli storici prospetti uraniferi della Val Vedello, Comune di Piateda e Novazza, Comune di Valgoglio (provincia di Bergamo). L’avviso – indirizzato, oltre che al Comune di Piateda e a Canoel, per conoscenza anche alla Provincia di Sondrio, alla Comunità Montana Valtellina di Sondrio, al Parco delle Orobie Valtellinesi, all’Agenzia del demanio della Lombardia e alla Camera di commercio di Sondrio – secondo quanto previsto dal regolamento regionale n. 7 del 2024 (che stabilisce i criteri e le modalità per il rilascio e il rinnovo delle concessioni minerarie), deve essere pubblicato all’albo pretorio per 45 giorni consecutivi. Nell’allegato del Burl Lombardia si precisa che il permesso di ricerca ricopre una superficie di circa 3.200.458 m2, ovvero circa 320 ettari.
«La domanda, arrivata nel mese di luglio, riguarda la Val Vedello, un’area che, dalla fine degli anni Settanta all’inizio degli anni Ottanta, era già stata interessata da ricerche minerarie – spiega il sindaco di Piateda, Simone Marchesini –. L’istanza è arrivata dall’ente competente in materia, la Regione, che ha aperto i termini della pubblicazione degli atti dando la possibilità ad altre società, eventualmente interessate, di intervenire alla procedura di evidenza pubblica entro 45 giorni. La domanda era partita già nel 2024 e la Regione allora aveva richiesto integrazioni. Una volta conclusa questa fase, in base a quello che ci dirà la Regione sull’ammissibilità o meno della domanda, potremo valutare al meglio la proposta».
Il sindaco Marchesini precisa, inoltre: «Al momento non abbiamo in mano gli atti, perché la procedura è secretata dalla Regione. Non vedrei grosse difficoltà nell’accogliere un’istanza per valutare le capacità minerarie della zona, ma, visto che non so dire che tipi di interventi siano previsti, rimando ogni osservazione e parere una volta che avremo in mano gli atti e la procedura avrà preso corpo».
È pensabile, però, che la domanda di Canoel sia dovuta, in questa fase storica di ripensamento sul futuro e sull’autonomia energetica del Paese, alla necessità di riprendere le ricerche su eventuali risorse nazionali in grado di fornire un contributo alle politiche di decarbonizzazione. Va ricordato che, nella piccola e rocciosa valle del torrente Vedello, negli anni Settanta-Ottanta, fu scoperto, dopo lunghi lavori di accertamento minerario, il giacimento uranifero di Val Vedello, il più grande d’Italia, come si legge sul sito valvedello.it, che è ancora in parte inesplorato causa la chiusura anticipata delle ricerche minerarie volute da Eni nel 1983.
«È vero che, nell’istanza di Canoel Italia, si parla di ricerca mineraria, ma è anche vero che Canoel non è un istituto di ricerca o un’università, perché il suo fine è l’estrazione. Dunque, come mi opposi da sindaco nel 2006, ancora oggi sono assolutamente contraria all’estrazione mineraria in Val Vedello».
Parla Martina Simonini, capogruppo di minoranza del Comune di Piateda, che dice la sua sull’avviso pubblicato all’albo pretorio. «È una vicenda che si ripropone ogni venti anni, cominciata nel ’78-’79 con una battaglia negli anni Ottanta, poi tornata in auge nel 2006, quando la compagnia australiana Metex manifesta appetiti nei confronti del giacimento uranifero della Val Vedello – spiega Simonini -. Abbiamo opposto una strenua resistenza sia a Piateda (allora Simonini era sindaco, ndr) sia a Valgoglio, nel Val Formazza dalla parte bergamasca, agendo leve sia a livello regionale sia a livello nazionale. Abbiamo fatto quello che ho potuto e alla fine Metex ha rinunciato».
Ed, ora, ci risiamo secondo Simonini che, stamattina, ha sollevato l’attenzione sul tema con un post su Fb. «Il Comune riceve un avviso di tale rilevanza e non ne parla – prosegue Simonini -? Visto che i rapporti con la maggioranza sono freddini, non posso che tenere d’occhio i canali istituzionali per informarmi e ho trovato la pubblicazione dell’avviso, peraltro di luglio. Ma quanti, come me, leggono l’albo pretorio? Quand’era capitato nel 2006 avevo informato sia maggioranza sia la minoranza. Oggi mi trovo in opposizione, ma non ho ricevuto nessuna comunicazione e sono del parere che la gente debba sapere di questa domanda. Ritengo si debba prendere contatti con Valgoglio, visto che Canoel ha manifestato interesse per lo sviluppo di attività di esplorazione negli prospetti uraniferi della Val Vedello, Comune di Piateda, e Novazza, Comune di Valgoglio, senza aspettare che le cose precipitino. La ricerca può essere anche fatta, ma l’estrazione no». Simonini, fra le ragioni del no manifestate nel 2006, ricorda le problematiche dello spostamento di tonnellate di smarino (materiale di risulta), della viabilità sulla strada della Val Vedello una zona peraltro fortemente soggetta a frane, delle polveri e altre criticità che, a suo avviso, andrebbero riesaminate
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