Oltre 1.500 presenze alla sagra della rana di Pedemonte

In totale sono stati cucinati oltre 400 chili di anfibi

Berbenno

Sua maestà la rana è tornata a regnare sulla tavola a Pedemonte, dove lo scorso fine settimana è andata in scena la 17a edizione della sagra dedicata al celebre anfibio. Un successo consolidato per la frazione di Berbenno, che da giovedì a domenica ha accolto oltre 1.500 commensali, molti dei quali provenienti anche da fuori provincia e dalla zona dell’Alto Lario, confermando l’evento come uno degli appuntamenti gastronomici più attesi di fine agosto. Anche per il menu assolutamente unico nel panorama provinciale della sagre estive.

La manifestazione, organizzata dalla parrocchia di San Bartolomeo, si è svolta come sempre nella storica location del paese, al campo sportivo, trasformato per l’occasione in un punto di ritrovo all’insegna della buona cucina, della convivialità e della solidarietà. Il piatto forte - è il caso di dirlo - è stato il risotto con le rane, la portata più richiesta del menù, seguita dalle rane allo spiedo, fritte e in guazzetto con polenta. In totale sono stati cucinati 400 chili di rane, confermando i numeri record già raggiunti lo scorso anno.

«Ormai la nostra festa è un appuntamento fisso - racconta Romano Pedretta, tra gli organizzatori dei tanti volontari della parrocchia, che domenica ha anche celebrato il patrono, San Bartolomeo -, che attira gente anche da molto lontano. È una sagra unica nel suo genere in provincia: per trovare qualcosa di simile bisogna andare nella bassa pianura padana».

A rendere possibile l’evento, come sempre, è stato l’impegno di oltre 80 volontari di tutte le età, tra cucina, bar e servizio ai tavoli. «La nostra forza è la squadra - continua Pedretta, ringraziando chi ha dedicato il suo tempo libero, così come gli sponsor che hanno offerto il loro sostegno -: tanti giovani si mettono in gioco, ed è bello vedere il paese così vivo». La sagra è nata nel 2006 come scommessa per ridare vitalità alla frazione, dove gli abitanti erano soprannominati “maià rani” nel dialetto locale. Una scommessa vinta, a giudicare dai numeri: negli anni la partecipazione è cresciuta costantemente, e così anche i progetti che la sagra ha permesso di realizzare. L’intero ricavato, infatti, viene devoluto alla parrocchia per sostenere la creazione e il mantenimento del centro di aggregazione della frazione, un vero punto di riferimento per la comunità.

Grazie anche al contributo del Comune e della Provincia, in quasi vent’anni sono stati realizzati un campo da calcio a sette con spogliatoi, una cucina attrezzata e un campo da bocce coperto, oggi frequentato ogni giorno da una quarantina di pensionati. Proprio quest’area potrebbe presto essere oggetto di un nuovo intervento: «Stiamo valutando la copertura integrale del campo da bocce per migliorarne ulteriormente la fruibilità - anticipa Pedretta, che conclude -. Questa non è solo una sagra è un’occasione per ritrovarsi, lavorare insieme e fare qualcosa di concreto per il futuro della nostra comunità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA