Sondrio: addio a Rossana Faggi, vinse il Ligari d’Argento. «Esempio di coraggio e tenacia»

Si è spesa per gli altri e ha ricevuto il Ligari d’argento per aver saputo accettare con coraggio la sua condizione, aiutando chi era in difficoltà.

Sondrio

È spirata nella notte fra venerdì e sabato, in un letto dell’ospedale Morelli di Sondalo, dove da circa un giorno e mezzo era ricoverata in coma, Rossana Faggi, 76 anni, di Sondrio, molto conosciuta in città, dove negli anni scorsi ha ricevuto pure l’importante riconoscimento civico del «Ligari d’argento».

«Rossana Faggi – sarà scritto nel manifesto della società di onoranze funebri Sof fatto affiggere dai familiari – la tua vita è stata un esempio di coraggio e tenacia. Sarai sempre nei nostri cuori, le sorelle Chicca e Daria e tutti i tuoi numerosi amici».

Inchiodata su una carrozzella sin da piccola, di professione psicologa, si è sempre spesa per aiutare chi attraversava un periodo di elevata criticità.

«La ricordo ancora quando era giovane – dice la sorella gemella Ada, conosciuta come Chicca, residente a Laglio sul lago di Como, il paese di George Clooney – che una volta ebbe occasione di aiutare un giovane che minacciava di togliersi la vita. Ma non fu il solo caso salvifico. Altri interventi, nel tempo, ha compiuto a favore di persone colpite dalla depressione e che, grazie al suo intervento, si sono salvate, uscendo dal tunnel che avevano pericolosamente imboccato».

«Quando è morta mamma Angela Scherini nell’89 mia sorella è stata accolta, per un certo periodo, al Cse (Centro socio educativo) – rammenta Ada, laureata in Biologia e a lungo insegnante prima del pensionamento – ma anche lì collaborava fattivamente con assistenti ed educatori che si prendevano cura dei diversi ospiti. Negli ultimi anni la sua patologia spastica si è notevolmente aggravata: aveva problemi, ad esempio, nel trovare la giusta posizione nel coricarsi nel letto, prima di dormire. Abbiamo ricorso ad alcune badanti, che si alternavano durante le ore del giorno e della notte, per seguirla da vicino a casa».

Rossana è spirata alle 21.10 di venerdì e il suo funerale è stato fissato per martedì, alle 15, nella chiesa della Collegiata nel capoluogo valtellinese.

«Mia sorella Rossana – spiega ancora Ada – è stata sino all’ultimo cooperatrice salesiana, non ha mai smesso. Partecipava agli incontri per organizzare le attività ricreative dell’oratorio salesiano, pensando in particolare a programmare le attività dei giovani durante i periodi delle lunghe vacanze estive. Il medico Aldo Faggi era il cugino di primo grado del nostro papà Gianmaria, titolare di un negozio di cappelli in città poi insegnante alla scuola media Sassi e, a lungo, cronista dalla Valtellina per il Corriere della Sera, mancato nel 1981».

In tanti ricordano che nel dicembre 2010 il «Ligari d’argento», riconoscimento cittadino che ogni fine anno viene assegnato da un’apposita commissione costituita da ex sindaci del capoluogo e primo cittadino in carica (allora Alberto Frizziero, Flaminio Benetti, Bianca Bianchini e in carica Alcide Molteni, quest’ultimo in qualità di segretario), fu assegnato a lei con la seguente motivazione: «Donna che ha saputo accettare con coraggio il suo essere tetraplegica, non considerandolo una diminuzione della sua personalità, ma un modo originale di essere presente in comunità con la ricchezza delle sue energie, suscitando e donando solidarietà a chi incontrava. Rifiutando ogni forma di commiserazione, ha accettato il suo essere donna ’in carrozzella’ quasi un privilegio che le permetteva di capire tanti suoi coetanei e coetanee, incapaci di vivere il positivo della loro situazione, erroneamente detta di ’handicappati’ o ’disabili’, aiutandoli con la sua parola e il suo esempio a sentirsi di pari dignità dei cosiddetti ’normali’».

Non solo. «Amata da grandi e piccini – si legge sempre nella motivazione – catechista ed educatrice, attenta ai poveri, partecipe delle loro sofferenze, sempre pronta a battagliare per la giustizia e in difesa dei diritti di chi è violato nelle sue esigenze primarie d’istruzione, di casa, di lavoro. Non ha mai considerato la sua sofferenza come scomoda compagna della vita».

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