Sondrio, la manifestazione per chiedere sicurezza. Il sindaco: «Io con voi»

Dopo la violenza Scaramellini solidale con i cittadini: «Le preoccupazioni espresse sono anche le mie. Ribadisco l’impegno e venga ripristinata la Polfer»

Sondrio

La piazza chiama e Palazzo Pretorio risponde. Non solo, fa proprie le istanze dei cittadini che hanno, in primis, solidarizzato con la donna aggredita in via Morbegno al punto da finire in Rianimazione, e poi chiesto a viva voce di poter tornare a vivere la città in sicurezza e in libertà.

«Potenzieremo la videosorveglianza. Faremo di tutto per ridare tranquillità»

Lo hanno fatto radunandosi in piazza Bertacchi a Sondrio, nel primo pomeriggio di domenica, senza “sovrastrutture”, tipo palchi, ma mettendosi in piedi su alcune sedute in sasso lì presenti, e posizionando pochi ed eloquenti striscioni contro la violenza e per la sicurezza e la libertà.

Gli interventi

Nessun clamore, nessuna bandiera, nessuno escluso. Hanno preso la parola gli organizzatori, Greta Daziani e Antonino Ivo Vecchio, quindi alcuni presenti, Fadi Khabaz, per la comunità islamica, e Lo Cheikh Mbacke, presidente di Anolf Sondrio, associazione che si occupa di immigrazione, e tutti hanno tenuto bassi i toni condannando la violenza e sottolineando l’importanza della fratellanza e della convivenza civile.

Mobilitazione In quattrocento domenica erano scesi in piazza

Argomenti che al sindaco della città, Marco Scaramellini, sono piaciuti.

«Le preoccupazioni espresse dalle persone che sono scese in piazza sono anche le mie, sono quelle di tutti i sondriesi che, con ragione, vogliono sentirsi tranquilli e sicuri nella loro città - dice il primo cittadino -. Hanno manifestato per esprimere solidarietà alla vittima dell’ignobile aggressione avvenuta la settimana scorsa, ed evidenziare il disagio rispetto agli episodi di violenza. Come sindaco raccolgo quanto esternato, in modo pacifico e ordinato, e ribadisco l’impegno e l’attenzione dell’amministrazione comunale per garantire la sicurezza di tutti, donne e uomini».

Preoccupazione

Sondrio è sempre stata una città tranquilla, a misura d’uomo, in cui poter circolare a tutte le ore e in qualsiasi zona senza paura, e, ora, la sensazione di non poterlo più fare si sta diffondendo in modo preoccupante e sconvolge l’esistenza dei cittadini per nulla abituati a vivere queste paure.

Per questo è salito l’appello della piazza, non urlato, ma fermo, a fare di più: «più controlli, più agenti per le strade, anche a piedi, soprattutto nelle zone più isolate - ha detto Greta Daziani nel suo discorso - e il ripristino immediato del posto di Polizia in stazione perché la stessa e i sottopassi tornino ad essere luoghi sicuri».

«Il confronto con la Prefettura e la Questura è continuo - sottolinea il sindaco - come pure la collaborazione che garantiamo alle forze dell’ordine, che ringraziamo per lo straordinario lavoro che svolgono. Possiamo anche contare sulla Polizia locale e siamo impegnati a potenziare ulteriormente la videosorveglianza. Abbiamo ribadito la nostra richiesta di istituire in maniera definitiva un presidio della Polizia ferroviaria in stazione e la seguiamo attraverso la Prefettura. Tutto quello che è in nostro potere - conclude Scaramellini - lo faremo, perché episodi del genere non accadano mai più».

Come detto nei giorni scorsi la donna aggredita lunedì sera in via Morbegno è ancora ricoverata a Sondrio, ma fortunatamente fuori pericolo. La ripresa sarà lenta, ma ci sarà e sia gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Stefano Latorre, sia il suo legale, Giuseppe Romualdi, attendono stia meglio per poterla sentire in merito all’accaduto.

Intanto c’è chi in città, prova a formulare proposte che possano servire a garantire più sicurezza ai viaggiatori.

«Penso a chi arriva con l’ultimo treno, ancor più durante le olimpiadi, quando i treni circoleranno anche più tardi (l’ultima partenza da Milano Centrale sarà alle 2.30 di notte, ndr) e mi chiedo se non sia possibile pensare a un bus navetta che faccia il giro della città e porti le persone nei pressi delle loro destinazioni - dice Sabrina Parini, residente, originaria di Reggio Emilia - . Da noi, a Reggio, questo servizio c’è e funziona».

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