Valchiavenna: accusato di atti sessuali su adolescente che aveva in affido, arrestato 43enne

«La ragazzina non ha neppure quattordici anni e il mio assistito - si limita a dire l’avvocato Francesco Romualdi con studio professionale a Sondrio - è stato sottoposto a interrogatorio di garanzia nella giornata di mercoledì e si è avvalso della facoltà di non rispondere»

Valchiavenna

Un’accusa pesante come un macigno: atti sessuali con minori. E le porte del carcere di via Caimi, a Sondrio, si sono spalancate per un uomo di 43 anni residente in un paese della Valchiavenna.

Al centro della vicenda una presunta storia di violenze ai danni di una ragazzina da diversi anni in casa di una famiglia affidataria di insospettabili, ma che dalla scorsa primavera - quindi da pochissimi mesi - avrebbe subito le attenzioni proibite del genitore affidatario, senza che la moglie si sia resa conto di quanto sarebbe successo da due-tre mesi a questa parte.

Ma come sono emersi i fatti ? Innanzitutto precisiamo che la vicenda che, sabato scorso, ha portato in cella il 43enne colpito da un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice delle indagini preliminari Fabio Giorgi, su richiesta della Procura di Sondrio diretta da Piero Basilone, è al momento coperta dal massimo riserbo da parte di inquirenti e investigatori. E, anche nelle ultime ore, non c’è stato uno straccio di comunicato stampa da parte del Comando provinciale dei carabinieri del capoluogo valtellinese.

Non è stato facile, dunque, apprendere scarne notizie sul caso che inquieta non poco perchè le voci girano in fretta e sul quale i militari dell’Arma della Compagnia di Chiavenna, guidata dal luogotenente Gim Toni De Masi, non hanno diffuso neppure il minimo dettaglio. Notizia “blindatissima”, dunque.

«La ragazzina non ha neppure quattordici anni e il mio assistito - si limita a dire l’avvocato Francesco Romualdi con studio professionale a Sondrio - è stato sottoposto a interrogatorio di garanzia nella giornata di mercoledì e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip Fabio Giorgi, per il momento, ha confermato la misura della custodia in carcere. I fatti per i quali è accusato dal pm Daniele Carli Ballola riguardano un periodo di tempo ristretto, ossia i pochi mesi di questa primavera, ossia alla primavera 2025 e non a tutti gli anni per i quali è stata in famiglia in affidamento. Ora la minore è stata allontanata ed è accolta da una struttura protetta».

Ma come si è arrivati a fare partire l’inchiesta della Procura sondriese ?

Sono pochi gli elementi, al momento, in nostro possesso. Parrebbe che un giorno un operatore sociale, durante uno degli incontri programmati di routine con quella che chiameremo Paola (nome di fantasia), abbia controllato il cellulare della minore che ha fra i dodici e i tredici anni e siano balzati all’occhio dell’addetto dei Servizi Sociali delle foto e dei messaggi dal contenuto esplicito. Da qui è scattata l’immediata segnalazione a Palazzo di giustizia e i magistrati, a quel punto, avrebbero messo in azione i carabinieri della caserma più vicina a quella del paese di residenza del sospettato. E, dopo alcune settimane di lavoro investigativo certosino in totale riservatezza, l’improvvisa svolta nello scorso fine settimana con l’arresto chiesto dal sostituto procuratore Carli Ballola, con il visto del capo dei pm Basilone, del presunto orco in famiglia e la concessione della misura cautelare più pesante da parte dell’esperto giudice Giorgi. Ma, come sempre, anche in questa circostanza sarebbe sbagliato trarre conclusioni che potrebbero rivelarsi affrettate: la presunzione di innocenza vale anche in questo caso. Seguiremo gli sviluppi

© RIPRODUZIONE RISERVATA