Valchiavenna, la camera mortuaria comprensoriale divide l’opinione pubblica

Il Comune di Prata propone una struttura comprensoriale, ma Piuro si oppone per i costi. Alcuni Comuni valutano i costi eccessivi, altri spingono per un deposito mortuario.

Prata Camportaccio

Tra i 200 e i 230 morti all’anno in Valchiavenna, serve davvero una camera mortuaria comprensoriale? La lettera con la quale il Comune di Prata ha chiesto alle altre amministrazioni del territorio e alla Comunità Montana di discutere di questa possibilità ha aperto un dibattito. Nei giorni scorsi è arrivato il No secco del Comune di Piuro, che ha paventato costi enormi per una realizzazione a norma, ma anche per la gestione. Sul tema le opinioni in valle sono abbastanza contrastanti. Anche alla luce di qualche problema che, effettivamente, c’è stato. Anche recentemente. «La normativa vigente – commenta Giancarlo Rossi di Onoranze Funebri Sant’Antonio – consente la permanenza della salma a domicilio, in strutture ospedaliere o case di riposo, secondo la volontà dei familiari e nel rispetto delle disposizioni sanitarie. Non c’è nessun vincolo di destinazione verso nessuna struttura». Quanto c’è a disposizione sarebbe, insomma, sufficiente ad assorbire la domanda.

I Comuni di Samolaco e Gordona hanno le loro sale del commiato e poi ci sono le strutture private. Quella di Sant’Antonio a Chiavenna, Guinzani a Novate Mezzola e Paggi leggermente al di fuori dei confini. A Nuova Olonio di Dubino: «C’è poi l’ospedale – conclude Rossi – dove trovano posti i defunti provenienti da tutte le strutture di Ats. Bisogna sottolineare che il fatto che queste strutture siano pubbliche o private è un elemento irrilevante per il cittadino, purché il servizio sia erogato a titolo gratuito. Tutto questo fatta salva l’autonomia degli enti nella destinazione di risorse pubbliche».

Bisogna ora capire che fine farà la proposta del sindaco di Prata Camportaccio Antonio Venezia. L’amministrazione comunale sembra intenzionata comunque a varare quello che dovrebbe a questo punto essere un deposito mortuario adibito anche a deposito di osservazione. C’è scritto chiaramente nel piano triennale delle opere pubbliche, con una previsione di spesa di 350 mila euro. Il deposito avrebbe minori necessità dal punto di vista tecnico rispetto a quelle indicate per una sala del commiato dal sindaco di Piuro Iacomella. Ad esempio non c’è il vincolo di avere almeno 100 metri da cimitero. Anzi. Infatti, l’intenzione dell’amministrazione è quella di realizzarlo proprio nei pressi del cimitero di San Cassiano. Sul tema del regolamento regionale di tre anni fa, comunque, c’è grande dibattito in tutta la Lombardia. Ci sono pressioni per modifiche in senso meno restrittivo rispetto ai paletti messi.

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