Caso Canottieri, parlano i genitori dei nuotatori: «Gestione incomprensibile»

Una cinquantina di mamme e papà criticano le scelte imposte da Lucia Micheli

Lecco

Un gruppo di genitori di una parte dei circa cinquanta “nuotatori in erba” ormai ex Canottieri Lecco, si sono riuniti per raccontare la loro versione sulle dinamiche che hanno portato alla fuoriuscita dal Circolo. Cristian Isacchi, ne ha riassunto i termini: «Quello che è stato detto dalla signora Lucia Micheli nella missiva indirizzata al vostro giornale non corrisponde al vero. Nella riunione dell’8 settembre in una sala strapiena di genitori-soci e non soci alla quale hanno anche preso parte tutte le allenatrici di nuoto, tranne una, e tutte in palese dissenso con i consiglieri Lucia Micheli (ex vicepresidente della Canottieri, ndr) e Daniele Binda (ex delegato al nuoto, poi dimissionario, ndr), ci è stato comunicato che gli spazi d’acqua, inizialmente a Prato Grande, non erano più disponibili e che quindi i ragazzi non avevano una piscina dove iniziare la stagione. E ci è stata comunicata la decisione di trasferirli, come tesserati, dalla Canottieri Lecco alla squadra “Rane Rosse” (del Bione, ndr), dicendoci che la decisione era già stata presa e approvata dal consiglio direttivo della Canottieri Lecco. In realtà non era vero – argomenta Isacchi, esibendo una mail datata 11 settembre, mittente Canottieri –. Come si evince da questa missiva, nella quale ci viene comunicato che nessuna decisione in merito era stata presa dallo stesso consiglio. Quella decisione, insomma, non era stata in alcun modo ancora deliberata dal consiglio direttivo all’8 settembre. Non solo: alle nostre rimostranze, visto che in questo modo i nostri ragazzi avrebbero anche perso lo status di soci, i due consiglieri hanno avuto la sola reazione di proporci di andare a far nuotare i nostri figli da un’altra parte, di fatto uscendo dal Circolo. Ignorata un’altra proposta, che invece proveniva dalle allenatrici ma non era condivisa da Micheli e Binda, ed era quella di passare in prestito per un anno alla società “Sport Club 12” di Oggiono. Una soluzione di prestito per l’inverno, ritornando poi alla Canottieri a partire dal giugno 2026. Questa era l’idea... Neanche presa in considerazione inizialmente, ma solo dopo, attraverso una mail successiva, che ci riproponeva il progetto-Oggiono». Carlotta Manzini ha approfondito le ricadute umorali e morali sui ragazzi: «Questo tipo di decisione – dice – ha causato un profondo disagio nei nostri figli che, alla fine, rischiavano di perdere i loro allenatori e soprattutto il gruppo. Nessuno ha la pretesa che i nostri figli diventino campioni di nuoto, ma sono tutti in un’età in cui per loro è importante seguirsi, aiutarsi, fare gruppo. Le delusioni come questa possono impedire ai ragazzi di proseguire nella pratica sportiva. Nello sport, a quell’età, non vince chi vince le gare, ma chi rimane e continua quella pratica sportiva». Prosegue la Manzini: «Quando Lucia Micheli dice che il progetto iniziale era fortemente voluto dal tecnico Silva e dai genitori, confermo che noi non eravamo a conoscenza di alcun progetto iniziale. Noi abbiamo saputo le cose solo l’8 settembre, primo giorno di allenamento. Non è stata una proposta, è stato un’imposizione, vissuta male dai ragazzi, alcuni dei quali erano presenti alla riunione dell’8 settembre...» Giovanni Bonaiti è l’unico che, dei tre genitori in rappresentanza dei ragazzi ex Canottieri passati alla società Sport Club 12 di Oggiono, è anche un socio-Canottieri: «Una cosa che a me è parsa evidente, dopo aver conosciuto anche il gruppo Sport Club 12, è la differenza netta nella governance fra le due realtà sportive. Quella di Oggiono che ha proposto un approccio veramente professionale, strutturato e con una missione sportiva delineata. Ci siamo trovati con i responsabili che ci hanno spiegato chiaramente obiettivi, progetto, costi, dagli aspetti pratici, come l’acquisto attrezzatura, l’organizzazione spazi d’acqua, i vari allenatori, alla definizione del progetto di acquisizione della struttura di Oggiono e il suo rilancio. Un paragone, ad oggi, impari con una società come Canottieri Lecco che pure vanta decine di campioni e lustri di successi sportivi del passato, recentemente celebrati con fasto e che però, ad oggi, è ferma ad un presente con proposte non condivise, non ha dimostrato la capacità di saper gestire in modo compatto e strutturato una sezione sportiva numerosa con tutte le complessità organizzative insite in questo compito e ahimè le complessità strutturali oggettive (non avere una piscina invernale). È doloroso commentare in questo modo, lo so, però è il mio parere personale e ne è derivata la decisione maturata con i miei figli, dopo tante discussioni, di propendere verso la squadra e gli amici, e abbandonare a malincuore i colori sportivi di questa società».

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