
Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 11 Agosto 2025
La birra Stelvio celebra i duecento anni della strada con nuove etichette
L’imprenditore Claudio Demonti ha griffato la sua birra con bozzetti che ripercorrono momenti unici del passo. Un omaggio alla storia e al territorio
Bormio
Anche la birra “Stelvio” si è rifatta il look in occasione del bicentenario della costruzione della strada che conduce alla cima. Il doppio secolo di vita del tracciato, un’opera di ingegneria di altissimo livello, va festeggiato degnamente e così Claudio Demonti, geniale e vulcanico imprenditore locale, ha griffato la sua birra “Stelvio” con alcuni “bozzetti” (ovvero disegni adesivi di Nagua Colturi, Ndr) che ripercorrono istanti di vita che hanno reso lo Stelvio unico, spettacolare e conosciuto in tutto il mondo. Innanzitutto, da ricordare che la birra “Stelvio”, fondata dalla famiglia Tarantola - Peloni, proprietaria dello storico marchio Braulio, è uno tra i primi birrifici artigianali italiani. Una lunga carriera per questo marchio, in continua crescita fino al 2017, quando la produzione venne sospesa per far spazio alle nuove cantine dell’Amaro Braulio. Nel 2019 il progetto di un nuovo birrificio con l’obiettivo di rimettere in piedi il marchio Birra Stelvio e riprendere la produzione. Nel 2022, dopo tre anni di preparazione, nacque il birrificio di Bormio, a pochi passi dal vecchio stabilimento.

(Foto di Daniela Gurini)
«Oggi, a Bormio – ha sottolineato Demonti - produciamo la birra Stelvio nella versione classica, Lager da 4.6 gradi, e recentemente abbiamo inserito anche una nuova ricetta per offrire birra Stelvio in versione low alcohol, ovvero una Lager da 2.5 gradi; inoltre, abbiamo creato una linea di prodotti contrassegnati dal marchio Reit, che comprende una Weizen fatta con grano saraceno (Buchweizen), una Kellerbier ambrata prodotta con l’aggiunta di segale autoctona (coltivata nel contado di Bormio) e una session Ipa da 4.2 gradi - in edizione limitata estiva - prodotta con l’aggiunta di riso che aiuta a esaltarne i profumi». E quest’anno, in occasione del bicentenario della strada che conduce alla cima Coppi per antonomasia, «Abbiamo creato una confezione speciale di birra Stelvio. Il nostro obiettivo è stato quello di valorizzare la storia di questa strada che è oramai punto di riferimento del nostro territorio e non solo; ogni etichetta adesiva, infatti, è stata disegnata - a matita - dalle sapienti mani artistiche di Nagua Colturi, a cui abbiamo affidato il compito di realizzare non solo un’etichetta, ma delle piccole e vere opere d’arte che ricordano le immagini del passato, prendendo spunto dagli archivi storici (per l’occorrenza, abbiamo selezionato cinque soggetti che poi la stessa Nagua ha trasformato ridisegnandoli e, soprattutto, rendendoli più accattivanti) in quello che ora vedete sulle singole bottiglie». Il disegno/progetto è stato realizzato prendendo spunto dalle bozze cartacee del “padre” della strada dello Stelvio, Carlo Donegani, che iniziò la progettazione del tracciato nel 1820. I cinque soggetti spaziano dalla diligenza, un servizio verso Milano istituito nel 1831, all’alpino, un tributo ai soldati impegnati nella Prima Guerra Mondiale, la guerra “bianca”, combattuta anche sui ghiacciai, al ciclista Fausto Coppi, legato al passo dello Stelvio da un’impresa epica del Giro d’Italia nel 1953. E poi il gipeto, l’avvoltoio barbuto reintrodotto grazie a un progetto del parco e, per finire, la rivisitazione moderna del logo della birra Stelvio con lo scudetto che sembra uscire da un muro.
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