
Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 20 Agosto 2025
Valfurva, altre predazioni: pastori in allarme
Cresce la preoccupazione tra gli allevatori locali, alcuni pensano di abbandonare gli alpeggi. C’è chi contesta le mancate denunce.
Bormio
Ancora predazioni in Valfurva, nel cuore del parco nazionale dello Stelvio lombardo, eventi che seguono quelli segnalati in altre zone negli ultimi mesi. La denuncia, online, è innanzitutto da parte di Michele Corti che da anni si occupa, sia sul piano dell’attività professionale che su quello dell’impegno sociale, delle realtà rurali alpine, del pastoralismo e dei prodotti tradizionali.
Alla denuncia via social seguirà a breve quella formale, alle autorità competenti, da parte di Roberto Compagnoni di Valfurva che, ad oggi, annovera tra il suo bestiame molti capi predati, l’ultimo dei quali, in ordine cronologico, è rappresentato da una pecora ritrovata esanime questa settimana. A questa, però, si aggiungono altre pecore trovate cadute nei sassi, quest’estate, divenute irriconoscibili, «e poi mi hanno preso – ha spiegato l’agricoltore – quattro caprettine di mio figlio, che hanno un anno di vita». All’appello mancano anche una capra e, a Madonna dei Monti, in alta Valfurva, ci sono state altre predazioni ai danni di altri proprietari, delle quali sarà fatta denuncia.
In attesa di verifiche sull’accaduto, la querelle non si placa e, anche via social, numerosi i commenti per la maggior parte schierati a difesa dell’agricoltore e dei capi predati. Dai 35 capi – su 700 – del pastore di Oggiono Davide Cagliani, con le ultime predazioni verificatesi a Ferragosto, con molta probabilità per “mano” dei lupi, ad alcuni allevatori d’alta quota che sembrano intenzionati a cedere, a mollare gli alpeggi abbandonando così non solo parte della loro vita e delle loro bestie, ma anche l’ambiente. Insomma la convivenza tra agricoltori e “predatori” non sembra proprio godere di buona salute, almeno in parte della Valtellina. Ma c’è anche chi, come ha segnalato Corti, afferma invece che non ci sarebbero state predazioni, stante i tentativi in atto, a suo giudizio, di dissuasione dal denunciare tali episodi.
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