
Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 30 Giugno 2025
Villa di Tirano, commosso addio a Maria ed Emilio
Lunedì mattina si sono svolti i funerali della donna uccisa dal figlio, che poi si è tolto la vita. Il ricordo degli amici, le parole del parroco: «Siamo impotenti davanti ad una scelta così indescrivibile cui vorremmo trovare una giustificazione esaustiva»
Villa di Tirano
«Sono tante le domande che albergano nel nostro cuore in questa situazione. Siamo sostanzialmente impotenti davanti ad una scelta così indescrivibile cui vorremmo trovare una giustificazione esaustiva. Tutte le domande sulla morte di questi nostri fratelli non riceveranno mai qui una risposta soddisfacente e cosa sia successo improvvisamente nel cuore e nella mente prima di questi gesti, che (Miglio) non riuscisse più a sopportare, nessuno potrà mai dirlo veramente. Nessuno, tranne il Signore che vede in fondo ai cuori, che conosce ciascuno dei suoi figli e che li ama infinitamente».
È partito da questa riflessione il parroco di Villa di Tirano, don Luigi Pedroni, ilunedì mattina, nella chiesa di San Lorenzo dove sono stati celebrati i funerali di Maria Borserini, 89 anni, e del figlio Emilio De Dosso Vanari, 50 anni. Emilio, per tutti Miglio, nel primo mattino di lunedì 23 giugno, ha tolto la vita prima alla madre, inferma a letto dopo un ictus e anni di malattia, e poi a se stesso, che pure stava vivendo un periodo difficile. Un atto di disperazione che ha lasciato senza parole un paese intero e addolorati la sorella Lorena col marito Emilio, gli amici e i parenti tutti.
«Il senso della vita terrena è talmente difficile da trovare che alcuni disperano, ma si può guarire dal dolore credendo, contro ogni speranza, che un padre buono ci ami, qualsiasi cosa si faccia», ha detto don Pedroni, facendo riferimento alla parabola del figliol prodigo che abbandona il padre. Il padre, tutte le mattine, attende il ritorno del figlio minore. «Questa parabola non mette l’accento sul ritorno del figlio, ma sull’atteggiamento del padre che non fugge, vive di speranza. Questo padre è il Padre nostro che è nei cieli. Lui è la sorgente, morire è tornare alla sorgente», ha aggiunto l’arciprete davanti alle due salme, quella di Maria con fiori bianchi e rosa, quella di Miglio con fiori bianchi e gialli.
«Che cosa sappiamo dell’anima umana, delle sue problematiche? – ha domandato il parroco - . Alcuni sembrano vivere senza problemi e altri invece si battono tutta la vita per trovare un senso; altri ancora, non potendo assuefarsi al loro non senso, si lasciano scivolare fuori dalla vita. In questo caso trascinando, magari, fuori qualcun altro. Orribile il disagio che è in loro, ma che è anche un po’ il nostro». Quindi il parroco ha invitato a riconoscere il dolore che ci circonda e la fragilità della vita quando «la morte diventa il non aver più voglia di vivere», sapendo anche che si può «morire prima di un gesto che toglie la vita fisica». E «anche se soffrire fa parte della vita, resta vero che nessuno accetta di soffrire per niente, proprio per questo Cristo Gesù ci insegna che chi crede nell’eternità può guarire il suo dolore, renderlo sopportabile nel dargli un senso».
Infine un invito alla comunità che ha ascoltato in silenzio le parole di don Pedroni: «Quando sarà terminata la celebrazione torneremo al nostro lavoro, alcuni avranno difficoltà a riprendere la propria occupazione. Ciò che stiamo vivendo non lo potremo mai dimenticare, ci segnerà in qualche modo per sempre. Ma mi auguro che la morte di questi nostri fratelli ci aiuti a vivere, ci aiuti ad apprezzare la vita, ci aiuti anche ad aiutare gli altri a vivere. Da soli talvolta è più difficile affrontare le difficoltà della vita, insieme quando ci si stima, quando ci si rispetta, quando ci si ama, è più facile. Insieme, non da soli».
Da una parte Emanuele Botatti con la moglie Sara, amici di famiglia, anzi quasi una stessa famiglia. Dall’altra Pietro Magro con la moglie Carla, titolari del lavoro, ma così vicini da essere essi stessi una famiglia. Da parte di Botatti e di Magro, al termine delle esequie, sono arrivati autentici e commossi ricordi di Maria Borserini e Miglio Del Dosso Vanari.
«Ti conosco solo da una decina di anni, ma il tuo ricordo resterà sempre con me – ha detto Emanuele, rivolgendosi direttamente alla salma di Miglio -. Con Sara, mia moglie, l’amicizia è stata più longeva, dai tempi della gioventù e con Valentino, nostro figlio, dalla sua nascita ad ora che ha sei anni. Stessa cosa per Maria, siete stati carissimi amici di famiglia. Quante volte ci si sentiva in un giorno, quante volte venivi a casa nostra uno, due, addirittura tre volte al giorno. Valentino ti chiamava “il mio amico Miglio” e spesso ti telefonava per farti sapere cosa faceva. Per non parlare di quanto gli piaceva la tua moto. Quante cene a casa nostra abbiamo fatto, quante belle esperienze».
E rivolgendosi alla madre, «Maria, ci dicevi sempre di prenderci cura del tuo Miglio quando ci avresti lasciato, ma lui era il già nostro “Migliuccio”, membro della nostra famiglia. Credo che pochi possano dire di aver avuto un rapporto di amicizia così speciale come il nostro. Miglio sempre gentile e pronto a dare una mano». L’amico Emanuele ha aggiunto: «Purtroppo, anche se ti siamo stati sempre vicini, ti sei lasciato andare alla disperazione, sapendo il dolore che avrebbe provato la tua mamma con i suoi problemi senza di te, perché tu eri la sua spalla sotto ogni punto di vista. Cara Maria, tu ci chiedevi di venire al tuo funerale. Eccoci qua, anche se, mai e poi mai, avremmo pensato di accompagnarti con il tuo Miglio. “Brutta storia”, avresti detto Miglio. Terribile storia, dico io. Sarà difficile non vedervi più».
Pietro Magro, titolare delle Officine Meccaniche dove Emilio lavorava da 33 anni, ha affermato che, in questo ultimo saluto, così inaspettato, così straziante, occorre farsi forza e ricordare la vita. «Miglio, eri sinonimo di grande cuore, di amore e senso di responsabilità per la tua mamma, per i tuoi amici e i tuoi colleghi – il pensiero di Magro -. Maria, hai sempre avuto a cuore la tua famiglia e di questa famiglia faceva un po’ parte anche la nostra Officina, della quale ti sei sempre interessata. Caro Miglio, ti salutiamo con un dolore grande e forse anche con un po’ di rammarico pensando a quelle cose che avresti potuto ancora vivere, ma qualcosa che a noi rimarrà incomprensibile, ti ha paralizzato la mente e strappato via. Cara Maria, caro Miglio, non ci rimane che pregare per le vostre anime. Riposate in pace».
Villa di Tirano, l’ultimo saluto a Maria Borserini ed Emilio Del Dosso Vanari
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