Villa di Tirano saluta Emilio “Miglio” Del Dosso: «Un amico sincero, un cuore grande»

Commozione e dolore per la morte di Emilio Del Dosso Vanari, l’operaio cinquantenne che ieri ha ucciso la madre malata Maria Borserini prima di togliersi la vita. Stava attraversando un periodo molto difficile

Villa di Tirano

«Miglio era una di quelle persone che lasciavano il segno ovunque andassero». Parla un gruppo di amici del Tiranese rimasto attonito e senza parole alla notizia che Emilio Del Dosso Vanari – ma per tutti Miglio –, 51 anni il prossimo 12 agosto, non ci sia più e nel più tragico dei modi in cui è rimasta coinvolta anche l’anziana e malata madre Maria Borserini.

«Lavorava all’officina Fratelli Magro di Villa di Tirano, ma chiunque lo conoscesse sapeva che il suo vero motore erano l’amicizia, la passione e il sorriso che regalava a tutti – proseguono gli amici -. Era benvoluto in tutto il Tiranese: sempre presente, sempre con la battuta pronta, sempre con il sorriso sulle labbra. Appassionato di motori, rally e moto, viveva la strada come una seconda casa. Lo si vedeva spesso in sella alla sua moto, soprattutto nei weekend, quando condivideva chilometri e risate con gli amici, da Villa di Tirano a Grosio».

Nel suo profilo Facebook “Miglio Ddv” non compaiono sue foto personali, ma foto di motociclette (e di auto da rally), proprio ad indicare la sua passione per questi mezzi. «La notizia della sua scomparsa ci ha lasciati senza parole – aggiungono gli amici del Tiranese -. Nessuno voleva crederci. Non vogliamo soffermarci su ciò che è successo, ma su ciò che Miglio è stato per tutti noi: un amico sincero, una presenza luminosa, un cuore grande. Ci mancherai, Miglio. E siamo certi che molti ti porteranno per sempre nel cuore».

La notizia della tragedia avvenuta nel centro di Villa di Tirano ha scosso un’intera comunità d’altra parte. E i commenti che si susseguono in diverse pagine social lasciando intendere sia come Miglio fosse benvoluto sia come quanto accaduto non fosse assolutamente prevedibile. O, meglio, che qualcosa non andasse, che Miglio stesse vivendo un momento difficile – dopo un incidente in moto che lo aveva costretto a casa per tempo e l’assistenza della mamma malata, inferma a letto dopo un ictus – se n’era accorto il suo datore di lavoro, Pietro Magro, che lo aveva stimolato e aiutato. Era rientrato a lavorare soltanto da una decina di giorni alla fresatrice, nell’utilizzo della quale era maestro avendone a che fare ormai da oltre trent’anni. Voleva lavorare proprio per «ricaricarsi», come diceva. Per tornare in pista, diciamo così. Proprio in questi giorni avrebbe dovuto incontrare uno psicologo per iniziare un percorso di parola molto utile in casi di questo tipo. Ma non c’è stato tempo. E gli interrogativi che tutti si pongono – amici e conoscenti, parenti – restano dolorosamente aperti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA