
Cronaca / Lecco città
Mercoledì 14 Maggio 2025
Rette alle stelle e liste d’attesa. La Cisl: «Il sistema delle case di riposo a Lecco è insostenibile»
Secondo i dati diffusi la retta media giornaliera ha ormai superato gli 84 euro, raggiungendo i 30.707 euro annui
Lecco
Quant’è brutto - e costoso - invecchiare. La situazione delle Residenze sanitarie assistenziali nella provincia di Lecco e nel resto dell’ATS Brianza è sempre più critica. Lo conferma l’ultimo report dell’osservatorio Rsa della Fnp CISL Lombardia, che fotografa un contesto dove l’invecchiamento della popolazione si scontra con costi insostenibili e una disponibilità di posti letto sempre più ridotta.
Secondo i dati diffusi, in tutto il territorio di ATS Brianza – che comprende le province di Monza e Lecco – la retta media giornaliera ha ormai superato gli 84 euro, raggiungendo i 30.707 euro annui. Un importo che rappresenta un ostacolo insormontabile per molte famiglie, soprattutto considerando che la pensione media in provincia è ben al di sotto dei 1.500 euro mensili.
Ma il costo non è l’unico problema. Le liste d’attesa sono esplose: dai circa 6.900 richiedenti del 2022, si è passati a oltre 13.600 nel 2024, con un incremento superiore al 53%. Un dato che colloca l’ATS Brianza ai vertici regionali per la crescita delle liste d’attesa, costringendo molte famiglie lecchesi a cercare soluzioni fuori provincia, con conseguenti disagi sia logistici che psicologici.
A Lecco città, la situazione è resa ancora più complessa da un indice di vecchiaia che nel 2024 ha toccato il record di 236,6, uno dei più alti in Lombardia. Questo dato evidenzia come il numero di over 65enni sia più che doppio rispetto alla fascia di popolazione fino ai 14 anni. In tutta l’ATS Brianza gli over 65 sono circa 290.500 su 1,2 milioni di abitanti, con una concentrazione rilevante proprio nel territorio lecchese.
«Il sistema Rsa non è più sostenibile così com’è – denuncia Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco –. Regione Lombardia deve tornare a governare con decisione questo settore, come avviene in altre regioni italiane. Serve un contributo diretto alle famiglie, non solo agli enti gestori, per alleggerire il peso delle rette che continuano a salire mentre le pensioni restano ferme».
Tra le proposte avanzate dalla Cisl, spiccano la rivalutazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), l’aumento del minutaggio minimo assistenziale per l’accreditamento delle Rsa, la stabilizzazione delle rette e l’introduzione di un contributo pubblico per ogni ospite ricoverato.
Nel Lecchese, così come nel resto dell’ATS Brianza, si contano 70 Rsa, di cui ben il 94% private. Solo 4 sono pubbliche. Anche questo contribuisce a un mercato sempre più orientato al profitto, dove i posti letto “solventi” – ovvero totalmente a carico della famiglia – sono cresciuti del 32% negli ultimi cinque anni, mentre quelli coperti parzialmente dalla Regione sono rimasti quasi invariati.
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