Sbloccato il cantiere del tribunale di Lecco, i lavori ripartiranno

Approvata la perizia di variante per il tribunale. Nel pomeriggio l’impresa ha firmato l’atto di sottomissione e quindi prossimamente potranno ripartire i lavori per la riqualificazione dello storico palazzo di giustizia, nel centro di Lecco. Un cantiere da quasi 8.6 milioni di euro fermo da oltre due anni

Lecco

Si sblocca il cantiere per la riqualificazione dello storico palazzo di giustizia di Lecco, costruito su progetto dell’architetto lecchese Mario Cereghini tra il 1939 e il 1941.

«Ho partecipato – spiega l’assessore ai lavori pubblici Maria Sacchi -, insieme al dirigente del Comune al comitato tecnico, al consultivo organizzato dal Provveditorato nel quale è stata approvata la perizia di variante per il tribunale. Nel pomeriggio l’impresa ha firmato l’atto di sottomissione e quindi prossimamente potranno ripartire i lavori».

Benché non ci sia ancora il cronoprogramma aggiornato dei lavori, si tratta di una notizia rilevante da diversi punti di vista. In primo luogo, l’approvazione della perizia di variante apre le porte alla ripartenza di un cantiere da quasi 8.6 milioni di euro fermo da oltre due anni. In base ad una convenzione firmata nel novembre 2020, la riqualificazione dello storico Palazzo di giustizia di Lecco è seguita dal Provveditorato interregionale per le opere pubbliche e non da Palazzo Bovara, cosa che rende l’iter burocratico particolarmente lento e complesso.

Era stato proprio il Provveditorato la scorsa primavera a richiedere lo svolgimento di nuove indagini strutturali al fine di sanare alcune carenze nel progetto esecutivo. Queste analisi erano state effettuate tra agosto e settembre. Solo una volta pronti i risultati, il gruppo di professionisti guidato dallo studio di Ingegneria e Architettura “De Biasio e associati” di Belluno, già autore del progetto esecutivo, ha potuto redigere la perizia di variante. Come spiegato sempre dall’assessore Sacchi in passato, queste analisi hanno permesso di raggiungere un livello di conoscenza dei calcestruzzi più approfondito rispetto a quello iniziale. Ciò permetterà di non effettuare alcune operazioni e di compiere altri interventi in maniera più snella ed efficace. Allo stesso tempo sarà necessario effettuare i lavori inseriti nella perizia di variante, non previsti inizialmente. Nel complesso, non sono previsti significativi aumenti di spesa rispetto all’ultima versione del quadro economico e quindi non sarà necessario trovare nuovi fondi.

L’intera città attende da anni la conclusione di quel cantiere non solo per ragioni meramente estetiche e funzionali. Riportare i professionisti della giustizia ad animare quotidianamente piazza Affari, infatti, renderà inevitabilmente più sicura un’area oggi troppo spesso teatro di aggressioni, vandalismi ed altri episodi di degrado. Il susseguirsi di questi spiacevoli eventi aveva portato lo scorso luglio la Questura a coordinare un intervento di sgombero del cantiere. Le testimonianze di chi vive e lavora in quell’area raccolte nei giorni successivi allo sgombero parlavano di risse a colpi di spranghe e sedie, furti e uno strano via vai dentro e fuori il cantiere.

In parallelo, la ripartenza dei lavori per la riqualificazione del “vecchio Cereghini” è destinata a riportare l’attenzione sugli sviluppi futuri di un’area molto delicata del centro cittadino. Per esempio, la riapertura del palazzo di giustizia porterà in piazza Affari non solo i professionisti della giustizia ma anche tanti cittadini, cosa che produrrà delle ricadute sul fronte della viabilità e dei parcheggi. Questa novità si inserirà in un quadro già modificato dalla riapertura del teatro della società prevista già quest’autunno. Tutto ciò in attesa di un progetto, o anche di un’idea, per la rinascita dell’ex sede della Deutsche Bank, posta proprio tra piazza Garibaldi e piazza Affari.

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