Sondrio: prende a pugni la moglie in ambulanza, arrestato

La vittima è una trentenne. La sua colpa? Aver chiamato l’ambulanza per ché la figlia di 7 anni stava male

Sondrio

Un altro caso di Codice rosso in Valtellina. Una donna di 30 anni, un paio di notti fa, si è presa un pugno in faccia dal compagno di nazionalità nigeriana poco dopo avere chiamato l’ambulanza perchè la figlia maggiore della coppia - che ha solo sette anni - nel cuore della notte si è sentita male. Non si conosce, al momento, se la violenza fisica sia legata alla telefonata fatta dalla donna al numero unico d’emergenza 112.

Il grave episodio è avvenuto nel capoluogo valtellinese e l’uomo, una volta consumata l’aggressione, è stato tratto in arresto dall’equipaggio di una “gazzella” dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sondrio, allertati dai sanitari che avevano assistito all’atto di violenza fisica.

«Venerdì alle 9.30 a Palazzo di giustizia è fissata l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Antonio De Rosa - spiega l’avvocato Francesco Traversi con studio professionale in città - mentre il pm titolare del fascicolo è la dottoressa Giulia Alberti. Chiederò una misura restrittiva della libertà meno afflittiva per il mio assistito che ha 30 anni ed è di nazionalità nigeriana come la convivente la quale, dopo essere stata colpita al volto, per la precisione con un forte pugno in un occhio, ha poi raccontato, ai carabinieri, di precedenti episodi di cui è stata vittima: una volta, ad esempio, di percosse, e un’altra di maltrattamenti verbali con la minaccia di portarle via i figli, se non avesse fatto quello che diceva lui. La ragazzina è figlia di una precedente relazione della donna straniera, mentre insieme hanno avuto un altro bambino di circa un anno e mezzo».

Nel cuore della notte fra martedì e mercoledì vengono chiamati i soccorsi perchè la più grande dei due minorenni si sente male, non si riesce a capire cosa abbia.

Il personale sanitario autorizza a salire sulla lettiga oltre alla minore, di sette anni, bisognosa di accertamenti ospedalieri, la mamma e anche il fratellino più piccolo.

Quando il mezzo di soccorso sta per allontanarsi dall’abitazione - secondo quanto risulta al legale sondriese - l’uomo si avvicina e chiede ai sanitari di potere parlare un momento con la compagna già all’interno dell’ambulanza. Gli operatori, a quel punto, aprono lo sportellone e il trentenne nigeriano conferisce con la signora e, dopo pochi secondi, le sferra un violento pugno in un occhio. Le persone che necessitano di essere trasportate in ospedale, per le cure, diventano due: la donna e la figlia. Cosa che avviene in pochi minuti.

Ma, ovviamente, il personale sanitario in servizio informa le forze dell’ordine di quanto è successo davanti all’abitazione. L’uomo, poco dopo, viene arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali e, dopo le formalità di rito in caserma, condotto nel carcere sondriese di via Caimi, dove ora si trova in attesa dell’udienza di convalida in programma nella prima mattinata di oggi.

«Il mio cliente - aggiunge l’avvocato Traversi - è al momento disoccupato e senza lavoro, come pure la convivente. La famiglia è regolarmente seguita dai Servizi Sociali del Comune di Sondrio, anche perchè c’è di mezzo il sostentamento da garantire ai due figli entrambi ancora minorenni. Non capisco proprio cosa possa avere scatenato la violenza sfociata nel cazzotto alla donna». La possibilità concreta, adesso, è che la trentenne nigeriana con i due figlioletti venga allontanata dall’alloggio familiare per essere accolta con la prole in una struttura protetta.

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