Uccise Ambra e fuggì: tre anni di patteggiamento per Samuele Gadola

Patteggiamento a tre anni per il 50enne accusato di omicidio stradale aggravato dalla fuga dopo aver investito Ambra De Dionigi, 29 anni, a Nibionno. La sentenza è stata pronunciata dal gup di Lecco. L’uomo resta ai domiciliari in attesa della decisione sull’istanza di revoca

Nibionno

Patteggiamento a 3 anni di reclusione per Samuele Gadola, il 50enne di Carate Brianza arrestato a febbraio con l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga per aver investito e ucciso la sera del 22 dicembre 2024, a Nibionno, Ambra De Dionigi, 29 anni, ed essersi allontanato a bordo del suo furgone da lavoro lasciandola a morire al gelo, sul ciglio della Statale 36. La sentenza è stata pronunciata dal gup Salvatore Catalano questa mattina. L’imputato, difeso dall’avvocata Francesca Allegra, si trova attualmente agli arresti domiciliari, ma ha avanzato istanza per la revoca della misura. Su questo punto, il giudice si è riservato la decisione. Presenti in aula anche i parenti della vittima (seguiti dagli avvocati Luigi Giordano e Marcello Iantorno), ai quali è stato riconosciuto un diritto al risarcimento, da stabilire però in sede civile. Il cadavere di Ambra De Dionigi era stato trovato la mattina del 23 dicembre da alcuni dipendenti della ditta che si affaccia sull’area in cui è avvenuto lo schianto, lungo il controviale della Statale 36.

L’investimento era avvenuto la sera precedente. Le indagini erano partite dal fotogramma di un filmato estratto dall’impianto di videosorveglianza di una delle tante aziende della zona. La donna, vestita di nero, di notte, camminava vicino al bordo della carreggiata, e con una visibilità resa difficoltosa dalla foschia e dalle condizioni meteo. I carabinieri avevano notato il passaggio di un furgone bianco, che era stato riportato dall’imputato alla sede aziendale, pur con le ammaccature provocate dall’impatto con il corpo della giovane. A seguito dell’urto, il mezzo aveva perso dei frammenti che avevano permesso di restringere il cerchio ad alcuni modelli. Grazie poi ad alcune testimonianze, l’inchiesta era giunta a una svolta dopo la scoperta del veicolo, avvenuto nei giorni dell’Epifania.

Nel periodo che precedeva il Natale l’imputato aveva in uso il furgone (intestato all’azienda per la quale presta servizio) che aveva restituito in sede, la mattina dopo l’accaduto, senza fornire spiegazioni a proposito dei segni che riportava sulla carrozzeria. Era stato preso in consegna, senza che nessuno, sembra, si fosse premurato di chiedere conto dei danni, probabilmente a causa del periodo di pausa natalizia. Un pendaglio della vittima, però, era rimasto incastrato sotto le lamiere, vicino al parabrezza. Ambra De Dionigi, ragazza che amava viaggiare in tutto il mondo, quella sera si trovava a casa di amici a Nibionno. Era uscita per una passeggiata, e non è mai più tornata. L’imputato avrebbe sempre sostenuto di non essersi accorto di aver urtato la donna. Grazie al patteggiamento sotto i 4 anni, Gadola evita la custodia in carcere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA