Pare e Malgrate, l’estate dei maranza: «Ogni giorno è una battaglia»

Il comandante di Polizia locale esasperato: «Girano senza documenti, sanzionarli è un’impresa»

Valmadrera

«Ogni giorno è una battaglia»: il comandante della polizia locale Cristian Francese parla di un’estate che, fin dai primi giorni, non esita a definire «un delirio». Tra gli aspetti più allarmanti c’è sempre quello dei tuffi dal pontile della navigazione pubblica a Parè, ma con un’aggravante: «Bisogna allontanare spostare i ragazzi dal pontile, pena l’interruzione del pubblico servizio, ma i giovani non se ne vanno: si spostano alla Rocca, a cercare adrenalina e refrigerio. Lì, notoriamente, già un ragazzo recentemente è annegato».

«Un altro tema è la difficoltà di identificare veramente i trasgressori: «Sia a Parè, sia sul lungolago di Malgrate li sanzioniamo, ma la maggior parte sono senza documenti e quindi con l’eventualità delle generalità false, oltre alla difficoltà di fermare fisicamente i responsabili. A Valmadrera, nei weekend, tutto va benissimo fino alle 18 - prosegue Francese - quando è in servizio la Guardia costiera, che non lascia tuffare proprio nessuno. Appena i volontari smontano, però, ecco l’assalto: quello è l’orario delle ultime corse del battello. Sabato, per esempio, abbiamo fatto noi l’intervento, alle 18.25, coi ragazzi subito pronti a tuffarsi. Stavolta erano italiani e c’erano lì tre passeggeri che aspettavano il battello: se non avessimo interrotto i tuffi, il battello non si sarebbe fermato e i turisti sarebbero rimasti a piedi. Ma i giovani non smettono di tuffarsi, cercano altri posti, persino peggiori.

A Malgrate invece abbiamo assembramenti di ragazzini stranieri che giocano a pallone. Come già è stato scritto, abbiamo fatto subito un primo servizio interforze feriale, giovedì: eravamo in cinque agenti di polizia locale e tre della Questura a rincorrere chi giocava a pallone dei ragazzi, stranieri e vestiti tutti più o meno uguali, peraltro nemmeno sul prato, bensì sul terrazzamento nella parte alta della passeggiata: erano una trentina. A un certo punto ci siamo girati e abbiamo visto tutti gli altri che si tuffavano dalla Rocca. Allora ci siamo spostati: il tempo di arrivare alla Rocca, cercare di identificarli, e un altro gruppetto ecco che si sdraiava sul prato del lungolago. L’unica soluzione che poi, sabato, ha funzionato è stato di dividerci: mentre io parlavo e distraevo il gruppone, il collega gli ha portato via il pallone. Però, è una battaglia. Dovremmo avere turni tutti i giorni di sei agenti, ogni pomeriggio dalle 14 alle 19, con il relativo costo. A Malgrate - rincara Francese - oltre a quelli che si sdraiano, giocano e si tuffano, abbiamo anche chi si mette, coi bambini, immerso nella fontana, peraltro di acqua riciclata. Adesso è stato installato infine il palco galleggiante, divenuto subito anch’esso un trampolino». Qui sabato sera ha avuto grande successo l’omaggio a De Andrè patrocinato dal Comune. Riprende Francese: «La cosa più difficile resta acquisire dati certi dei trasgressori: proprio perché nessuno ha mai i documenti, non si possono portare via in 50, come giovedì, caricandoli sulle macchine e andare in caserma a controllarli».

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