Dervio: il Tar respinge il ricorso della minoranza sul regolamento

Il sindaco: «Anche la magistratura ha certificato che è legittimo»

Lecco

Il Tar della Lombardia ha respinto il ricorso presentato dal gruppo di minoranza “Chiaramente Dervio”, per chiedere l’annullamento del nuovo regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale. Il tribunale amministrativo non ha accolto le istanze dell’opposizione consigliare, condannando quest’ultima a pagare oltre 7mila euro per “la rifusione delle spese di lite a favore del Comune di Dervio”. Alla luce della sentenza, il sindaco Stefano Cassinelli commenta: «I consiglieri di “Chiaramente Dervio”, Luisa Ongaro, Luigi Giordano, Flavio Cipelli e Davide Mevi, hanno raccontato che non c’è democrazia a Dervio, che non possono accedere agli atti, che hanno il bavaglio. Se ne sono convinti tanto da sperare in una sentenza che trasformasse in verità le bugie. Peccato che la sentenza del Tar demolisca completamente ogni tesi della minoranza e, in più parti, critichi la sciatteria con cui il gruppo “Chiaramente Dervio” opera, creando disturbo all’attività dell’Ente. Il Tar ha respinto il ricorso, ha stabilito che il regolamento è legittimo e che tutte le prerogative di accesso agli atti sono rispettate».

Detto ciò, Cassinelli aggiunge: «Un’analisi politica dice che la minoranza cercava una legittimazione attraverso la Magistratura, ma ha ottenuto l’esatto contrario e una severa critica per il suo comportamento, che va contro gli interessi pubblici. La minoranza fa spendere soldi a tutti i cittadini (perché il Comune ha dovuto pagare un legale) per cercare attraverso la Magistratura di sopperire alla carenza di capacità politiche e amministrative che la caratterizza. Si dimostra che l’Amministrazione comunale ha rispettato tutte le norme: il evidenzia che l’operato degli uffici comunali è ineccepibile, al contrario dell’azione della minoranza». Da parte sua, l’opposizione ribatte: «Ci preme evidenziare che il ricorso al Tar è un’opportunità che utilizza chi considera di dover sanare una condizione ritenuta sfavorevole. Ciò per dire che chi decide di ricorrere in giudizio non fa un torto a qualcuno, ma cerca di contrastare quello che sente essere un torto subito».

Chiaramente Dervio fa riferimento al regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale approvato a dicembre 2024. «Come minoranza abbiamo visto svilire drasticamente il nostro ruolo. La restrizione principale riguardava la possibilità di incidere sull’ordine del giorno, ossia sugli argomenti che potevamo proporre nella riunione dei capigruppo, sul loro numero e sul tempo a disposizione per argomentare. Con il nuovo regolamento potevamo presentare una sola interrogazione per ogni assemblea e con un tempo a disposizione per esporre il nostro pensiero di soli due minuti, contro i dodici del Sindaco. Queste condizioni stabilivano un netto peggioramento, tanto che ci era sembrato giusto parlare di norma bavaglio. A tutela del ruolo che ricopriamo, consci che sarebbe stato uno sforzo economico assai rilevante abbiamo deciso di fare ricorso. Resta il fatto che, seppur legittimate dai giudici, sempre di restrizioni dei diritti della minoranza si tratta, e questo certifica quali siano le priorità e i valori dell’Amministrazione Cassinelli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA