
Cronaca / Lecco città
Lunedì 05 Maggio 2025
Anche in tribunale a Lecco lo sciopero delle toghe contro il pacchetto sicurezza varato dal Governo
Lecco
Toghe in sciopero, da oggi fino a mercoledì compreso, contro il pacchetto sicurezza varato dal Governo. Diventa realtà l’astensione dalle udienze da parte degli avvocati deliberata il 12 aprile scorso dalla giunta dell’Unione delle camere penali italiane, organizzazione che rappresenta gli avvocati penalisti, la cui sezione di Lecco e Como conta circa 200 iscritti.
Adesione compatta all’iniziativa, e giustizia a singhiozzo anche al tribunale di Lecco. «Peggio del DDL sicurezza c’è solo il Decreto sicurezza», è l’annuncio polemico riportato sul sito dell’Unione camere penali. La normativa, secondo i professionisti del diritto, serve di fatto solo a riempire le carceri, che sono «già al collasso per sovraffollamento, carenza di attività rieducative e difficoltà nel garantire la salute mentale e fisica dei detenuti », attraverso una ulteriore «svolta repressiva». Situazione carceraria allo stremo, come peraltro «denunciano i continui suicidi, giunti oramai al numero di ventisei dall’inizio dell’anno».
Mentre, per esempio, sul tema della separazione delle carriere nella magistratura, uno dei pilastri della riforma della giustizia su cui spinge il Governo, la posizione dei penalisti è prevalentemente allineata a quella dell’Esecutivo, sul decreto sicurezza le posizioni sono fortemente contrarie.
Sono molti, infatti, gli aspetti critici che hanno portato alla decisione di astenersi: «La sottrazione dell’iniziativa legislativa alla sua ordinaria sede parlamentare denuncia, l’abuso della decretazione d’urgenza nella materia penale. Il documento della Giunta», tra i vari. E quindi, nonostante «le annunciate modifiche», restano di fatto «tutte le criticità del “pacchetto sicurezza” denunciate dall’Unione delle Camere Penali Italiane relative alla inutile introduzione di nuove ipotesi di reato, ai molteplici sproporzionati e ingiustificati aumenti di pena, alla introduzione di aggravanti prive di alcun fondamento razionale, alla criminalizzazione della marginalità e del dissenso, ed alla introduzione di nuovi ostacoli all’applicazione di misure alternative alla detenzione».
Si tratta, secondo le toghe, di «interventi simbolici, privi di ogni effettiva efficacia e che nulla hanno a che fare con un qualche reale incremento della sicurezza dei cittadini». In caso di astensione dall’udienza il giudice non può fare altro che prendere atto e rinviare il processo. Il diritto di sciopero, però, non è garantito quando nel caso di procedimenti con detenuti. Mercoledì, a Roma, a chiusura della tre giorni di astensione, è prevista una manifestazione nazionale dell’avvocatura.
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