
Cronaca / Lecco città
Giovedì 21 Agosto 2025
«Il taser non si tocca»
Niscetti (Siulp Lecco): «È uno strumento imprescindibile»
Lecco
«Strumento ormai imprescindibile, che va a tutela anche della collettività, ma il cui uso va accompagnato ad adeguata formazione professionale». Interviene anche il sindacato di polizia di Lecco sul dibattito, aperto dalle recenti di tragedie di Olbia e Genova, relativo all’utilizzo del taser, lo ‘storditore elettrico’ in dotazione alle forze di polizia dal 2022. Lo fa attraverso il segretario generale provinciale lecchese del Siulp Federico Niscetti, raggiunto telefonicamente da La Provincia.
La discussione sull’opportunità del suo utilizzo si è riaperta dopo la morte di due uomini, in Sardegna e nel capoluogo ligure, avvenuta a poche ore di distanza l’una dall’altra durante due interventi nei quali le forze dell’ordine hanno fatto ricorso al taser. La polemica riguarda essenzialmente i pericoli del suo utilizzo rivolto a persone con cardiopatie (o alterati dall’uso di sostanze stupefacenti), ma secondo il rappresentante del Siulp la sua introduzione ha rappresentato un miglioramento a tutela della sicurezza.
«Va fatto capire all’opinione pubblica che il taser viene utilizzato in virtù di protocolli operativi ben precisi, che rappresentano l’oggetto di una formazione accurata trasmessa agli operatori di polizia. Il suo uso viene fatto sempre in presenza di due persone e mai verso organi vitali. Prevede inoltre, da procedura, la chiamata al 118». Il sostegno è netto: «Può essere considerato uno strumento di cui non si può più fare a meno; sono sempre di più gli interventi a persone in stato di alterazione, che possono rappresentare un pericolo per loro stesse, per la comunità e per gli operatori. Il taser è efficace nel neutralizzare i pericoli derivanti da queste situazioni. L’utilizzo della pistola elettrica viene anche oggi sostenuto con forza da Nicola Molteni, sottosegretario del ministero dell’Interno che fu tra quelli che più lottarono per la sua introduzione. «Seguo la vicenda del taser dal 4 luglio 2018, quando ci fu la prima sperimentazione – commenta il politico di Cantù – Una sperimentazione lunga, fatta con scrupolo, che trattò anche rigorosi protocolli sanitari. Non serve ad offendere ma a difendere le forze di polizia, non è uno strumento di violenza ma di sicurezza. Oggi in Italia ce se sono 5mila e vi anticipo che stiamo lavorando per raddoppiare i taser, portandoli a 10mila. Nel 70% dei casi basta mostrare il taser per far desistere il malintenzionato». «Chi dice che sia uno strumento di tortura (l’Onu lo considera “associabile alla tortura” dal 2007 ndr) mistifica la realtà – prosegue Molteni – Dal 2022, anno dell’introduzione in Italia, compresi i due di queste ore, si sono contati 5 precedenti, ma nei primi tre casi non è stato dimostrato il nesso tra il decesso e l’uso del taser».
Federico Berni
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