Ponte di Paderno, la Regione punta alla soluzione che prevede un unico viadotto a qualche decina di metri a sud del San Michele

Si tratta della soluzione meno costosa e con meno difficoltà tecniche, ma avversata dai comitati. Gli attuali limiti al transito in vigore per il San Michele potrebbero essere prorogati anche per il nuovo ponte nelle more della costruzione delle opere accessorie, ovvero nuove strade, necessarie a smaltire il nuovo traffico

Paderno d’Adda

Per il nuovo ponte di Paderno la Regione punta alla soluzione 1, quella dell’unico ponte qualche decina di metri a sud del San Michele. Lo ha precisato Mauro Piazza, sottosegretario alla presidenza della Regione e consigliere regionale lecchese. Si tratta della soluzione meno costosa e con meno difficoltà tecniche ma avversata dai comitati, dal Comitato cittadini ponti di Paderno al Nuova Mobilità Isola Bergamasca. La regione «ha espresso una posizione chiara e determinata riguardo alla realizzazione del nuovo ponte sull’Adda, tra Paderno d’Adda e Calusco d’Adda. La soluzione preferita è quella che prevede la costruzione di un ponte stradale e ferroviario parallelo all’attuale ponte San Michele (c.d. soluzione uno), al fine di mantenere invariati gli attuali tracciati, sia stradale che ferroviario. Questo approccio evita problematiche legate ai costi non sostenibili, ai disagi, al consumo di suolo e all’impatto paesaggistico» dichiara Piazza.

Ma è anche la soluzione che preoccupa di più i Comuni, soprattutto lecchesi, per l’impatto sulla viabilità locale. La Regione aspetta che sia individuata la soluzione definitiva per poi studiare quello che serve per limitare i disagi: «Si prevede che una volta individuata la soluzione definitiva, sia svolto uno studio puntuale del traffico, integrando dati provenienti da studi precedenti e tenendo conto delle indicazioni della Provincia di Lecco. Sulla base dei risultati dello studio del traffico, saranno determinate le opere necessarie per garantire il corretto funzionamento della viabilità circostante. Alcune di queste opere sono già state individuate e saranno oggetto di discussione nel tavolo di coordinamento tra RFI, Regione Lombardia e le province coinvolte».

Gli attuali limiti al transito in vigore per il San Michele potrebbero essere prorogati anche per il nuovo ponte nelle more della costruzione delle opere accessorie, ovvero nuove strade, necessarie a smaltire il nuovo traffico. «Se necessario, per un periodo transitorio, nelle more della realizzazione delle opere viabilistiche - aggiunge Piazza - si potrà valutare di mantenere le limitazioni al traffico sul ponte San Michele analoghe a quelle in attualmente corso, per garantire un flusso veicolare simile a quello attuale. Questo approccio assicura che la funzione fondamentale del tracciato ferroviario venga preservata, evitando disagi significativi per gli utenti. Una volta realizzate le opere necessarie e condivise, il nuovo ponte potrà tornare a pieno regime veicolare».

Si sta parlando del periodo dopo il 2033, quando è prevista l’apertura del nuovo ponte, e prima del completamento delle nuove opere, che potrebbero andare dalla tangenzialina di Verderio a quella di Bernareggio, al collegamento con la Pedemontana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA