Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 31 Dicembre 2025
Capodanno in Valtellina, tutto esaurito negli agriturismi: «Prenotazioni chiuse in anticipo»
I festeggiamenti Non in tutti i locali però sarà servito il cenone. «Molti clienti ci chiedono le proposte alla carta»
Sondrio
È una fotografia a macchia di leopardo quella che ci restituisce il viaggio negli agriturismi di Valtellina e Valchiavenna in vista del Capodanno. Non per il fatto che manchino le prenotazioni - anzi, quelle ci sono, eccome, con il tutto esaurito a tutte le latitudini -, ma per il fatto che non tutte le attività si sono organizzate per il cenone vero e proprio.
C’è chi si è orientato da subito per il medesimo, con proposte tutto compreso che viaggiano dai 65 ai 160 euro, c’è chi è aperto e ha già il tutto esaurito, ma propone il menù “à la carte”, e chi a Capodanno non si sogna proprio di aprire.
«Da noi le richieste per Capodanno sono un po’ anomale - dice Angelo Cerasa, contitolare dell’agriturismo “Le case dei Baff” di Ardenno e presidente dell’associazione di categoria Terra Nostra -, perché veniamo subito subissati da prenotazioni di vitto più alloggio, mentre il cenone in sé non è così gettonato. Questo perché le persone che vengono da noi per trascorrere l’ultimo dell’anno vogliono anche fermarsi a dormire e non dover rientrare a notte fonda a casa. È sempre stato così».
E sarà così anche quest’anno anche perché la proposta dei “Baff” è sempre di altissima qualità con megacena, brindisi di mezzanotte e a seguire il beneaugurante cotechino con lenticchie per la cifra, tutto compreso, di 90 euro, bloccata da tre anni.
Che sale, invece, a 160 euro a persona, se si va più su, verso la terra olimpica di Bormio. «Abbiamo dovuto chiudere le prenotazioni oggi - ci hanno detto ieri dal front office -, proprio perché non abbiamo più posti, 120 in tutto, esauriti fra esterni e interni, cioè clienti che dormono anche nelle nostre 14 camere. Il prezzo pieno è identico a quello dello scorso anno, non lo abbiamo ritoccato. Ricomprende tutto, però, cibo e bevande».
Si viaggia su una cifra più alla portata di tutti, invece, all’agriturismo “Stella orobica” di Albosaggia che quest’anno ha deciso di sacrificare alcuni posti a sedere per accontentare i clienti che avrebbero voluto anche uno spazio per ballare. «Abbiamo esaurito tutti i posti anche se sono meno degli anni scorsi proprio per scelta», dice il titolare.
Cena classica, invece, all’agriturismo “Cà Gianin” di Vervio, aperto tre anni e mezzo fa e già al completo con i suoi 70 posti a sedere. «Noi abbiamo preferito optare per il menù à la carte - dice Matteo Nella, il titolare - anche perché in molti ci hanno chiesto questo tipo di proposta. Poi c’è chi si ferma a dormire da noi, abbiamo 13 stanze, e chi andrà a festeggiare in piazza o da amici».
Niente cenone, invece, alla Terra del sole di Albosaggia, ma anche alla “Cà vegia” di San Cassiano di Prata Camportaccio. «Ci abbiamo provato un anno, ma poi abbiamo desistito - dice il titolare di quest’ultimo -. Alla fine gli ospiti volevano festeggiare, ma il caos disturbava enormemente gli animali, per cui abbiamo lasciato perdere. Preferiamo tenere chiuso in questa circostanza. È tutto troppo impegnativo per la nostra realtà».
Tutti agriturismi che, comunque, a dicembre e durante le festività hanno lavorato molto bene. Realtà richiestissime per la qualità del cibo offerto.
«C’è chi parte da Milano per venire a mangiare qui - dice Angelo Cerasa, de “I Baff” -, ne siamo lusingati e, al contempo, “obbligati” a tener botta sulla qualità, perché nessuno vada via deluso».
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