Il ministro Giorgetti: «Con le Olimpiadi
tutto il mondo guarderà alla Valtellina»

Il titolare dell’Economia e delle Finanze ospite a Tirano all’incontro “Olimpiadi, quali opportunità per la provincia di Sondrio?”, promosso dalla Provincia di Sondrio per parlare dell’appuntamento che sarà una «grande festa con tante bandiere e tante lingue»

Tirano

«Se prendete il mappamondo e segnate con un puntino la Valtellina, ecco - il prossimo anno, per un mese - tutto il mondo guarderà quel puntino. Le Olimpiadi saranno una grande opportunità per far conoscere quello che c’è anche in Valtellina, non solo a Venezia o Roma. E, magari, dal 2026 partirà anche un messaggio di pace e di speranza». Ha concluso con queste parole il suo intervento l’onorevole Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, ospite a Tirano all’incontro “Olimpiadi quali opportunità per la provincia di Sondrio?”, promosso dalla Provincia di Sondrio per parlare dell’appuntamento che sarà una «grande festa con tante bandiere e tante lingue».

Il ministro ha fatto riferimento alle parole del nuovo papa Leone XIV che ha parlato di “costruire ponti”. Ebbene «lo sport nella sua dimensione olimpica è il più formidabile strumento per costruire ponti. Si parlerà di pace e fratellanza nelle competizioni». Nella sala del cinema e teatro Mignon, oltre alle autorità, erano presenti alcune classi dell’istituto di istruzione superiore Pinchetti, accompagnati dalla dirigente Rossana Russo e dai docenti, e proprio ai ragazzi il ministro si è rivolto: «Le Olimpiadi sono una festa di cui dobbiamo essere protagonisti tutti, anche i giovani. Abbiamo voluto che si svolgessero anche in Lombardia e in Valtellina ed, ora, dobbiamo capire e immaginare quale potrà essere la Valtellina del futuro, dove lavorare e trovare occasioni di interesse. Se la vostra scelta, di voi studenti, è quella di lasciare questa terra e andare via, a questo destino dobbiamo ribellarci».

Portando la sua esperienza personale, Giorgetti ha aggiunto: «Non sono valtellinese, ma da qui passo da quando avevo dieci anni. Mi ricordo le foto in bianco e nero del territorio da cinquanta anni fa fino ad oggi e vedo come la Valtellina si è evoluta e trasformata. Oggi questa realtà offre opportunità che prima non c’erano. Ma vedo anche i rischi che queste opportunità non ci siano più, per cui ce ne devono essere altre per voi giovani. Con le Olimpiadi diamo una scossa». Giorgetti ha ricordato l’iter partito nel 2018, il che fa capire «come le cose non siano immediate e istantanee» e comportino «grandi scelte». Più volte «ho lanciato provocazioni, ho “frustato” dicendo “così non ci arriviamo”, ma sono sicuro oggi che ci arriveremo e faremo una bella figura. Sono convinto che tutte le opere messe in cantiere e quelle che verranno dopo l’evento saranno fatte. Ora, però, dobbiamo parlare di quello che succederà dopo l’aprile del 2026».

L’incontro è stato aperto dal vicesindaco di Tirano, Giordana Caelli, mentre il presidente della Provincia di Sondrio, Davide Menegola, ha ringraziato il ministro per l’attenzione che da sempre mostra per il territorio e l’assessore regionale Massimo Sertori perché se la Valtellina «avrà l’onore e la fortuna di ospitare le Olimpiadi giovanili invernali con il nome di “Dolomiti Valtellina 2028” è merito suo, perché si è battuto per questo». Quanto ai Giochi del 2026, invece, questi rappresentano un «acceleratore per le opere e le strutture che, difficilmente, avrebbero avuto fine in tempi rapidi – ha detto Menegola -. Ci sono opere propedeutiche allo svolgimento delle Olimpiadi e opere che, anche se non concluse per il 2026, porteranno benefici. È il caso della variante di tirano, opera fondamentale che Regione e territorio hanno voluto e che prosegue con determinazione».

Menegola non ha dimenticato di parlare anche delle criticità come spopolamento, calo demografico, isolamento, presenza di oltre metà di abitazioni non occupate stabilmente. Per questo al ministro «chiediamo una vicinanza ancora maggiore da parte dello Stato pur avendo un governo regionale efficiente, presente e sensibile alla montagna. Non sempre è questione di accesso alle risorse, ma di condividere una visione come l’attenzione al welfare, ai trasporti, all’istruzione per rendere la montagna un luogo dove vivere e costruire il futuro».

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