
Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 12 Agosto 2025
Presunti atti vessatori sul lavoro: impiegata ipovedente si sente male
42enne impiegata di un ufficio pubblico a Sondrio, dopo presunte vessazioni da parte di una dirigente, è stata colta da malore lo scorso 25 giugno. Presentato dalla famiglia un esposto al questore
Sondrio
Le presunte vessazioni e umiliazioni andavano avanti da tempo: la situazione di asseriti maltrattamenti verbali era quasi costante e l’ambiente di lavoro era diventato per lei sempre più ostile, opprimente, con richiami immotivati — da parte della responsabile del personale — che miravano a colpirla senza una ragione apparente, forse con l’unico scopo di fare del male a un soggetto fragile e di ottenerne al più presto le dimissioni.
Poi, una mattina, dopo l’ennesimo episodio di cui è stata vittima, sempre ad opera della stessa dirigente, la donna — portatrice di una disabilità importante — è stata colta da un improvviso malore. È accaduto lo scorso 25 giugno, in un ufficio pubblico di primo piano a Sondrio. Non riveliamo di quale si tratta per non rendere identificabile l’impiegata che si è sentita male «perché da tempo veniva trattata male».
Arriva l’ambulanza mandata da Areu (Agenzia regionale emergenza e urgenza) e qualcuno avverte anche la Polizia di Stato. Giunge una «pantera» della Squadra Volante e gli agenti annotano tutto ciò che è successo, supportati poi da colleghi di una pattuglia della Polstrada. Viene allertata anche la madre della centralinista — in servizio nello stesso ufficio da circa quindici anni — che, colpita da un attacco di panico e ansia, viene trasportata all’ospedale di Sondrio per i necessari controlli clinici. Il primo certificato medico è di pochi giorni e la donna, per riprendersi, si assenta per un brevissimo periodo di ferie.
La famiglia della 42enne, residente in un paese alle porte di Morbegno, questa volta non è più disposta ad accettare che la figlia ipovedente sia vittima di altri oltraggi. E si rivolge a un avvocato.
«Ho presentato – spiega il legale Giulio Speziale, con studi professionali a Lecco e a Morbegno – un esposto direttamente al questore della provincia di Sondrio, Sabato Riccio, del quale nutro grande stima per il lavoro che i suoi uomini e donne stanno facendo in Valtellina e Valchiavenna. Dimostrano anche, nel lavoro quotidiano che svolgono sul territorio provinciale, notevole sensibilità verso i soggetti più fragili».
La segnalazione fatta al capo della Polizia in Valtellina, sulla base degli elementi emersi, potrebbe avvalorare un’ipotesi di reato riconducibile agli atti persecutori sul luogo di lavoro.
«Nei giorni scorsi – aggiunge il legale valtellinese – ho chiesto un incontro con il responsabile dell’ufficio pubblico in cui lavora la mia assistita e con il direttore la cui sede è a Bergamo. Dopo quell’incontro il clima mi sembra si sia rasserenato e la mia cliente, adesso, è decisamente più tranquilla. Mi auguro fortemente che questa nostra sensazione venga confermata anche nelle prossime settimane e che non abbiano più a ripetersi episodi del genere che tanto hanno turbato l’impiegata la cui famiglia si è rivolta al mio studio per essere tutelata».
Non si hanno, al momento, notizie ufficiali, ma pare ci sia la chiara volontà dei vertici dell’ufficio pubblico di allontanare la donna da chi si era resa responsabile degli atteggiamenti vessatori, assegnandola direttamente al responsabile dell’ufficio, noto per la sua umanità.
A suo tempo avevamo interpellato il responsabile dell’ufficio pubblico su quanto accaduto il 25 giugno, ma quando lo abbiamo incontrato si era limitato a dirci di «non essere autorizzato a rilasciare dichiarazioni alla stampa. Serve un preventivo lasciapassare del direttore di Bergamo che ora è in ferie».
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