
Cronaca / Morbegno e bassa valle
Venerdì 20 Dicembre 2024
Talamona, parla la sorella dell’ex panettiere trovato morto: “Mi auguro sia infarto e non omicidio”
“Mia cugina Maria mi chiamò, nel pomeriggio di domenica scorsa, e tutta trafelata al telefono mi disse: ’Vieni subito che il Mario è a terra sul pavimento, non sta assolutamente bene...’. In quel momento erano già arrivati i carabinieri e i soccorritori delle ambulanze. Ma per lui, purtroppo, non c’era più nulla da fare: era già morto. Era caduto in avanti, picchiando il naso dal quale aveva perso tanto sangue. Ora si indaga sulla morte ed è giusto sia così. Mi auguro, a questo punto, sia morto per un infarto e non per un omicidio...”.
A parlare, al 2° piano nella sua casa di Paniga, frazione soliva di Morbegno, è Cesarina Ciaponi, 69 anni, infermiera in pensione, sorella dell’ex panettiere Mario Ciaponi, 77 anni, che è stato trovato senza vita, in circostanze da chiarire, per la cui tragica fine la Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone e indagini coordinate dal pm Giulia Alberti, ha disposto l’autopsia, eseguita un paio di mattine fa all’obitorio dell’ospedale del capoluogo valtellinese dall’anatomopatologo Luca Tajana dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Pavia.
“Quel giorno - racconta la sorella - la donna che vive lì con lui, un’italiana giunta da Milano, molto più giovane di lui, in quanto ha 63 anni, ha riferito di essere andata a Milano facendo l’autostop, caricata da una bella auto di colore rosso fiammante. E che quando è rincasata lo ha trovato steso a terra dentro casa. Ora la Teresa continua a telefonarmi, in quanto vorrebbe rientrare nell’abitazione a recuperare le sue cose, in particolare - mi dice - il caricabatterie del suo telefonino. Ma neppure io posso entrare: l’alloggio di Mario è sotto sequestro della magistratura che vuole fare piena luce su quanto accaduto. E spero si sia trattato unicamente di una morte accidentale, per un improvviso malore e non per altro...”.
La donna non punta il dito contro nessuno: è soltanto contenta che si approfondisca la situazione. “Era sempre il nostro primo cliente - raccontano al supermercato U2 di Talamona - . Appena si apriva, alle 8, si presentava il signor Mario a fare la spesa. Tutti i giorni. Anche la domenica in cui è morto. Siamo dispiaciuti, gli eravamo affezionati”.
“Nel pomeriggio di giovedì - dichiara Cesarina la quale in passato ha lavorato negli ospedali di Morbegno, Sondrio e Carate Brianza - sono stata convocata nella caserma dei carabinieri di Morbegno. Il maresciallo che mi faceva le domande voleva sapere con precisione delle frequentazioni di mio fratello, se in casa avesse avuto problemi. Lei, la Teresa, viveva da lui da circa 18 anni, ma faceva quello che voleva durante il giorno: andava e veniva. Poi la sera, dopo la cena, si chiudeva nella sua camera: da quello che so lei avrebbe dovuto pagare un affitto per il soggiorno da lui, in realtà non ha mai pagato nulla. Ma mi raccontava poco altro del loro rapporto, su questo era molto riservato. La signora milanese era, in realtà, come un ospite fissa da anni e Mario mi confidava che, non di raro, la signora lo trattava un po’ male, ma lui sorvolava. Per carità, con questo non voglio avanzare dubbi, ossia che abbia avuto responsabilità sul suo decesso: c’è chi indaga che dirà quale è la verità. In ogni caso mi risulta che serviranno almeno due mesi per conoscere gli esiti dell’autopsia e che i magistrati devono avere disposto anche gli esami tossicologici, per essere ancora più tranquilli...”.
La donna racconta, infine, alcune abitudini del congiunto a cui voleva tanto bene.
“Tranne il sabato e la domenica - spiega Cesarina - veniva a trovarmi tutti i giorni qui a Paniga. Da quando la sua auto si era rotta, arrivava a piedi da Talamona verso le 13 e poi ritornava a casa. Ha lavorato a lungo come panettiere in un panificio di Morbegno, come ha scoperto di essere allergico alle farine ha cambiato, facendo il camionista, o il forestale. Poi è tornato al suo primo amore, quello di panettiere in Valsassina: qui preparava i Caviadini, ossia biscotti burrosi all’uovo buonissimi. Li conservava come oracoli, erano fantastici i suoi...”.
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