Albosaggia, un libro racconta la storia secolare degli alpeggi

Il volume, ricco di immagini e documenti inediti, esplora il ruolo centrale degli alpeggi nell’economia e nella vita della comunità, dalle origini medievali ad oggi

Albosaggia

Una storia che affonda le radici nel Medioevo e arriva fino ai giorni nostri, intrecciando lavoro, paesaggio, comunità e identità. Gli alpeggi di Albosaggia non sono soltanto luoghi di produzione, ma un patrimonio culturale e umano da custodire e trasmettere alle nuove generazioni. È con questo spirito che è nato “Gli alpeggi del comune di Albosaggia”, strenna natalizia pubblicata dall’amministrazione e presentata ieri, martedì 23 dicembre, in sala consiliare.

«Un documento per oggi, ma soprattutto per il domani», ha sottolineato il sindaco, Graziano Murada, nel fare gli onori di casa, affiancato dai coautori del volume, Piergiovanni Damiani e Gianfranco Scieghi. Un’opera che ogni famiglia del paese troverà sotto l’albero di Natale come dono del Comune: oltre 200 pagine riccamente illustrate da centinaia di fotografie, capaci di raccontare, meglio di qualsiasi parola, la bellezza dei maggenghi e degli alpeggi orobici. Un volume che raccoglie, inoltre, documenti rari e in molti casi inediti, frutto di una lunga e approfondita ricerca.

Il libro è articolato in due grandi sezioni. La prima, “Gli alpeggi di ieri e di oggi”, è curata da Scieghi e accompagna il lettore attraverso il territorio, le diverse stazioni d’alpeggio e la vita quotidiana in quota, con un capitolo dedicato ai profondi cambiamenti avvenuti a partire dagli anni Sessanta del Novecento, «quando la costruzione delle strade e l’introduzione di nuove tecnologie hanno trasformato radicalmente il modo di lavorare in alpeggio», ha detto Scieghi. La seconda parte, “Gli alpeggi nella storia”, porta la firma di Damiani; inoltre, c’è il contributo di Roberto Ferranti sulla vegetazione e la flora.

«Era giusto ricostruire tutta la storia dei nostri alpeggi – ha spiegato Scieghi – per raccogliere e salvare una documentazione che rischiava di andare dispersa». Una ricerca lunga e impegnativa, condotta insieme a Damiani, che ha portato alla scoperta di una mole di fonti inaspettata: dalle prime testimonianze del 1277, in pieno Basso Medioevo, fino allo statuto inedito della Cooperativa degli alpeggi. Un viaggio nella storia “dal basso”, che restituisce il ruolo centrale dell’alpeggio nell’economia e nella vita della comunità, anche in quella di oggi.

Damiani ha ricordato come siano stati consultati «undici fondi d’archivio e oltre cinquanta cartelle di documenti, a partire dal 1267. Le carte raccontano secoli di affitti, contese con i paesi confinanti e, con l’Unità d’Italia, una rinnovata attenzione agli alpeggi e ai primi restauri».

Il volume restituisce anche immagini e testimonianze di un mondo fatto di fatica e orgoglio: «Le grandi transumanze in Val di Togno – ha proseguito Scieghi – con migliaia di capi che attraversavano l’Adda su chiatte; i pascoli di straordinaria qualità della Val di Togno e della Val di Meriggio, le baite seicentesche e settecentesche – autentici unicum architettonici, realizzate a falsa volta senza l’uso del legno – e una ricchezza d’acqua che rende questi luoghi particolarmente vocati».

«Oggi Albosaggia è uno dei pochi comuni che può vantare alpeggi ancora attivi e curati – ha concluso Murada –, con aziende giovani che continuano a credere nella montagna. Un patrimonio vivo, che questo libro contribuisce a raccontare e a preservare, trasformando la memoria in un dono condiviso e in una promessa per il futuro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA