
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 06 Agosto 2025
Caporalato in Valtellina, la denuncia di Eid: «Sfruttato in dodici cantieri»
Ibrahim Eid Abdelnabi Bakry, 25enne egiziano, ha presentato denuncia per caporalato: racconta 18 mesi di lavoro in condizioni precarie e con paghe misere in oltre una dozzina di cantieri tra Tirano, Chiuro, Talamona e Sondrio. La Cgil: «Il fenomeno c’è e va contrastato con più controlli»
Talamona
Sono diversi i cantieri, in Valtellina, dove Ibrahim Eid Abdelnabi Bakry, egiziano di 25 anni, ha lavorato nei mesi scorsi. Con l’avvocato Nicola Ambrosetti, con studio a Cosio Valtellino e Sondrio, ha presentato oltre un anno fa una denuncia per caporalato direttamente in Procura a Sondrio.
«I cantieri – dichiara il giovane – dove ho svolto attività lavorativa in provincia di Sondrio, con la ditta del mio connazionale che ho poi denunciato per gli scorretti trattamenti ai quali ero sottoposto, ossia tantissime ore di lavoro a fronte di una paga davvero misera, senza versamento di contributi e tanto altro ancora, sono stati circa quindici. Ad esempio a Tirano, per un subappalto relativo a un condominio in via Bona Lombarda; a Chiuro, per la ristrutturazione di un bell’hotel; in via Roma per il cappotto e la rasatura di un edificio e il solo cartongesso interno e l’intonaco di un altro; a Ponchiera, frazione di Sondrio, in via Cà Morelli; a Caiolo; a Talamona, per il subappalto della scuola materna, dove con alcuni miei compagni abbiamo fatto quella clamorosa protesta. Ma ho lavorato anche in cantieri di Montagna in Valtellina, in località Trippi, per cappotto, rasatura, silicatura e cartongesso, oltre che a Tresivio».
Eid ha prestato attività lavorativa fino ad agosto 2024, per circa 18 mesi complessivi. «Abbiamo sempre lavorato dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17, con circa 20 minuti di pausa pranzo – aggiunge – e a volte anche il sabato, con lo stesso orario. Le mansioni da me svolte sono sempre state quelle di imbianchino cappottista, cartongessista, compresa l’attività di rasatura e intonaco. Per dormire, la notte, stavamo in tanti in un alloggio che ci aveva messo a disposizione l’imprenditore, nel capoluogo valtellinese, in via Morbegno, in condizioni davvero precarie, anche per le carenze igieniche e la mancanza di riscaldamento, che non funzionava mai».
Il datore di lavoro lo aveva messo in contatto con la sua commercialista di Milano, una donna di nome Monica, il cui numero è stato indicato nella denuncia. «La incontrai in un bar di Milano, dove vivevo prima di trasferirmi in Valtellina. Accettai di venire qui per lavorare, ma sono stato truffato o, meglio, sfruttato. A un certo punto, quando ho lasciato il mio connazionale, ho trovato occupazione in una ditta valtellinese seria, e non ho avuto problemi: il titolare era corretto».
Successivamente, Eid ha presentato una seconda denuncia, questa volta alla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Sondrio, dopo aver scoperto di essere stato vittima di un altro raggiro. Di questo si parlerà in un secondo momento.
Intanto, sul problema segnalato da lui e da un altro lavoratore egiziano – casi riportati nei giorni scorsi su queste colonne – interviene anche il sindacato. «Registriamo che arrivano a operare in Valtellina e Valchiavenna sempre più imprese da fuori provincia – dichiara Enrico Samarini, che segue il settore edilizio per la Cgil di Sondrio – e diverse non applicano contratti regolari. Non è un fenomeno che riguarda le ditte locali, ma più spesso quelle esterne. Il fenomeno c’è, non va sottovalutato e neppure nascosto. Sarebbero necessari più controlli nei cantieri, in particolare ora che, in vista delle Olimpiadi, ci sono numerosi interventi per opere pubbliche, ristrutturazioni di alberghi, case e aziende. Le verifiche sono insufficienti».
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