La Valtellina si mobilita per il rifugio Enpa

In soli quattro giorni la petizione online lanciata per difendere la Struttura zoofila Enpa di Busteggia ha raggiunto + 7.500 firme. La mobilitazione popolare, sorta dopo la decisione del Tribunale di Sondrio che impone una drastica riduzione dei box per i cani, è in continua crescita

Montagna in Valtellina

È una mobilitazione popolare senza precedenti quella che si è scatenata attorno alla Struttura zoofila gestita a Busteggia, nel comune di Montagna, dalla sezione provinciale dell’Enpa.

In sole 96 ore, dalla tarda serata di lunedì a ieri mattina, la petizione online lanciata per difendere il rifugio ha superato quota 7.500 firme. Più precisamente 7.544, secondo il conteggio aggiornato, un numero in costante crescita che «dimostra quanto l’associazione sia radicata nel territorio e sostenuta dalla cittadinanza» dice, ringraziando, la presidente del sodalizio, Sara Plozza. Dopo la petizione online – attiva sulla piattaforma Change.org al link https://chng.it/fshtzXh8fc

– ora Enpa lancia anche una raccolta firme cartacea.

Al centro della vicenda c’è una decisione del giudice del Tribunale di Sondrio che impone una drastica riduzione del numero di cani ospitabili nel rifugio, da 16 a 5 box attivi. Un provvedimento che, secondo Enpa, rischia di compromettere non solo l’operatività quotidiana della struttura, ma anche l’intero equilibrio del sistema di accoglienza per gli animali randagi nella provincia.

La presidente della sezione non nasconde la sua preoccupazione: «Quattro giorni dall’apertura della raccolta e siamo già oltre le 7.500 firme. Questo dimostra l’impatto, la forza e il valore sociale della nostra associazione. Quei box non sono semplici gabbie, dove sono rinchiusi dei cani a caso. Sono luoghi di cura, protezione e riscatto per animali abbandonati. La nostra è una realtà amata e riconosciuta dalla comunità, ed è questo che vogliamo far emergere».

La decisione del giudice, scaturita dalla denuncia di una vicina per presunti disturbi acustici, è stata definita da Enpa come «ingiustificata e in contrasto con buon senso e normativa». Le misurazioni fonometriche effettuate in loco, infatti, hanno evidenziato livelli sonori al di sotto dei limiti di legge: una media di circa 46 decibel, «pari al volume di una conversazione domestica». Ciononostante, la disposizione è chiara: meno cani nel rifugio. Un taglio che, se attuato, metterebbe in seria difficoltà la capacità di rispondere alle emergenze del territorio, senza contare le ripercussioni sul benessere degli animali già ospitati e sulle adozioni.

Ma Enpa non ha alcuna intenzione di fermarsi. Accanto alla battaglia legale, ora prosegue quella popolare: «Stiamo per partire anche con una raccolta firme cartacea, che coinvolgerà tutti i nostri punti amici in Valtellina e Valchiavenna. Ovunque ci sia un volontario o un barattolo per le offerte Enpa, ci sarà anche un foglio da firmare. Vogliamo che tutti possano far sentire la propria voce», spiega ancora la presidente.

Uno dei momenti clou della campagna sarà la tradizionale festa Enpa al Parco Bartesaghi, in programma domenica 14 settembre. In quell’occasione, oltre a promuovere adozioni e sensibilizzazione, sarà possibile firmare la petizione e contribuire con offerte libere: «Sarà una giornata di comunità, di affetto e di impegno. Vogliamo che tutti sappiano quanto il nostro lavoro sia apprezzato e quanto faccia la differenza», conclude Plozza.

La vicenda ha acceso i riflettori su una realtà spesso invisibile: il mondo del volontariato – Enpa vive solo di volontari e donazioni – «che ogni giorno salva animali e costruisce legami. Un mondo che chiede solo di poter continuare a farlo».

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