Perizia su Molinari, per la Procura nessuna sorpresa

La procura di Sondrio, tramite il procuratore Piero Basilone, ha dichiarato di non essere soddisfatta dell’esito della perizia psichiatrica, ma di aver voluto garantire alla difesa la possibilità di accertare la capacità dell’imputato al momento dei fatti, pur essendo convinta che Molinari fosse sempre stato «pienamente capace di intendere e volere»

Sondrio

«Non siamo soddisfatti dell’esito della perizia psichiatrica, ma di aver dato alla difesa la possibilità di accertare se l’imputato era capace o meno al momento in cui ha commesso i reati che contestiamo, pur essendo noi convinti che fosse sempre stato pienamente capace di intendere e volere. Ora abbiamo un risultato tecnico. La difesa avrà la possibilità di discutere e contestare quanto affermato dal perito. Noi diremo la nostra nel processo».

Così si esprime il procuratore della Repubblica di Sondrio, Piero Basilone, rispetto all’esito della verifica della capacità di intendere e di volere, di partecipare al processo e della pericolosità sociale di Fabio Molinari, 47 anni, di Lovere (Bergamo), imputato nel procedimento in corso in tribunale a Sondrio per peculato, concussione, turbata libertà degli incanti, induzione indebita e dare o promettere utilità in relazione a fatti connessi alla gestione del proprio ufficio, avvenuti nel periodo in cui era direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Sondrio, dal 2018 fino allo scoppio dell’inchiesta che ha investito il mondo della scuola provinciale.

Con lui altri 32 imputati e 108 parti offese in un procedimento ancora in fase preliminare, quella in cui il giudice, Fabio Giorgi, deve decidere per il rinvio a giudizio o meno degli imputati.

Slitta di alcuni giorni, dal 19 al 24 settembre prossimo, la nona udienza preliminare, in cui, appunto, verrà discussa la perizia psichiatrica da poco depositata dalla psichiatra e criminologa Rossana Eugenia Botti, incaricata di effettuare la verifica dal giudice Giorgi su richiesta del difensore di Molinari, Stefano Di Pasquale, il quale asseriva che il suo assistito fosse in cura da anni per disturbi della personalità determinanti al fine del compimento degli atti contestati.

Per la psichiatra, però, non solo Molinari era in grado di intendere e volere all’epoca in cui i fatti contestati si sarebbero svolti, ma è anche capace di stare al processo e il disturbo narcisistico della personalità di cui si tratta lo ha spinto, sì, a compiere atti fraudolenti, ma senza compromettere la sua capacità di intendere e volere. In pratica, Molinari avrebbe, secondo il perito, operato scelte libere e consapevoli.

Non dello stesso avviso il perito nominato da Molinari, lo psichiatra Mario Ballantini, per il quale il disturbo narcisistico, invece, sarebbe tale da renderlo non del tutto capace di intendere e volere, mentre in linea con la dottoressa Botti è il responso del perito di parte civile, nominato da Cristina Paravicini, Maurizio Robustelli Della Cuna.

«L’udienza per la discussione del contraddittorio della perizia è fissata al 24 settembre, per cui ogni commento prima di tale data sarebbe poco rispettoso nei confronti del giudice e di tutte le parti del processo», chiosa Stefano Di Pasquale, difensore di Molinari, da noi contattato per un riscontro all’indomani del deposito della perizia psichiatrica.

Oltre il legale non va, ma è pacifico che si preparerà a giocare le proprie carte in aula, così come farà il pubblico ministero, il sostituto procuratore Giulia Alberti, che lavora al caso in stretto contatto con il procuratore Basilone, e la difesa dell’unica parte civile costituitasi, Valeria Morales Sosa, per Sabrina Paravicini, atteso che la costituzione di parte civile dell’Avvocatura Generale dello Stato per il Ministero dell’Istruzione e per tutte le parti offese è stata bocciata mesi fa per carenza nella formulazione della medesima.

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