
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 26 Giugno 2025
Sondrio, restauro dell’orfanotrofio di via Bassi: tra tutela e rinascita
Dismesso dal 1981 e privo di agibilità dal 1998, la struttura è stata oggetto di un complesso intervento curato dall’architetto Massimo Palladini
Sondrio
L’immobile dell’ex orfanotrofio maschile di via Bassi era privo di agibilità dal 1998, poiché era in disuso dal 1981, quando fu realizzato il vicino stabile, acquistato di recente dalla Provincia, che oggi ospita la sezione femminile del Convitto femminile. Visto però che è di pregio architettonico, il progetto per riqualificarlo, stilato dall’architetto Massimo Palladini, ha dovuto essere vagliato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese. Serrato è stato, da due anni a questa parte, il confronto con l’architetto Matteo Sintini, responsabile per Soprintendenza della tutela monumentale e paesaggistica della provincia di Sondrio.
«Gli interventi di restauro sono tutti impegnativi - evidenzia l’architetto Palladini - perché si va a dialogare con manufatti che vanno conservati e non distrutti, così da lasciare ai posteri delle testimonianze storiche. Nel caso dell’ex orfanotrofio poi la difficoltà ha riguardato anche l’aspetto strutturale: si è intervenuto su due edifici, la cappella del XVIII secolo e quello realizzato a inizio ’900, riconoscibili nel tessuto cittadino e che contengono anche opere di valore».
L’impegno di Palladini, che ha coordinato i lavori eseguiti dall’impresa edile C.M. Valtellina con il coinvolgimento di una decina di altre imprese di professionisti locali, è stato anche quello di concordare con la Soprintendenza piccoli e grandi differenze rispetto al progetto iniziale. Fino a essere pienamente soddisfatto del risultato raggiunto.
Nello specifico, al piano interrato è stato ricavato un locale per la centrale termica, dove è stata installata una caldaia a condensazione alimentata da gas metano; a piano terra si trovano un bilocale con superficie netta di 46,30 mq, realizzata nella parte più a nord dello stabile, dove si trovava un’autorimessa, e un trilocale di 49 mq. È stato ricavato anche uno spazio di quasi 5 mq per il locale tecnologico con quadri elettrici e contatori.
Al primo piano si trova un bilocale da 43,55 mq di superficie netta, al quale si accede attraverso un ballatoio che si apre dal corpo scale e dal vano ascensore, che hanno trovato collocazione all’interno di un nuovo corpo di fabbrica realizzato allo scopo di mettere in collegamento tra loro i diversi piani dell’edificio. «Si tratta di un parallelepipedo in calcestruzzo con delle lamiere e vista - spiega l’architetto Palladini -, che identifica dal punto di vista storico il nostro operato, rimanendo in dialogo con il resto della struttura».
Il secondo piano è simile al primo: vi si trova un bilocale da 35,35 mq, arricchito però da un soppalco di 15 mq, un locale accessorio che aumenta i posti letto. Attraverso il ballatoio si giunge poi a uno spazio entro le mura della cappella della Madonna della Rocca, al piano superiore rispetto a quello ampio del piano terra, dove si trova la scena dell’Annunciazione con le statue lignee dell’arcangelo Gabriele e della Vergine Maria. È stato arredato come ufficio, è ampio circa 22 mq e ospiterà la sede della Fondazione Orfanotrofio maschile, presieduta dall’arciprete don Christian Bricola. Sopra questo locale, nel sottotetto c’è un’ultima unità di 16 mq che non è stata arredata.
Tra gli interventi più significativi, l’architetto Palladini evidenzia il rifacimento completo dei solai, dove sono state conservate le travi esistenti, ne sono state inserite di nuove e sono state realizzate gettate di cemento per il miglioramento sismico e strutturale. Anche il tetto è stato rifatto a una falda, utilizzando legno di abete prodotto, secondo quanto previsto dalle norme legate al Pnrr, in foreste certificate. Importante anche il recupero di cementine e formelle in ceramica decorata in alcuni pavimenti.
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