Verceia: bimbi in calo, c’è apprensione per il futuro delle scuole

Il numero complessivo degli iscritti ai primi due cicli di studi dell’istituto comprensivo di Novate Mezzola è sceso da 96 a 76.

Verceia

Oltre il 20% di studenti in meno per la scuola dell’infanzia e della primaria di Verceia. Preoccupano non poco i numeri diffusi dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessio Della Bitta e relativi alle iscrizioni all’anno scolastico che partirà a settembre. Il calo è stato netto e con una percentuale che fa spavento, anche se poi tradotta in numeri concreti, viste le dimensioni, è meno impressionante.

Rispetto a quello appena terminato il numero complessivo degli iscritti ai primi due cicli di studi dell’istituto comprensivo di Novate Mezzola è sceso da 96 a 76. Una prospettiva tutt’altro che rosea per il futuro delle scuole del paese. Bisogna risalire o, quantomeno, frenare l’emorragia. L’amministrazione ha in mente alcune mosse per rendere maggiormente attrattiva la scuola e, magari, raccogliere l’iscrizione di qualche bambino proveniente da territori limitrofi.

A spiegarle l’assessore competente Morena Pedroncelli: «I numeri purtroppo non sono buoni e creano qualche apprensione per il futuro. Pensiamo di rendere maggiormente attrattiva la scuola inserendo il tempo pieno per la scuola primaria e sviluppando un progetto di campo estivo e di aumento dell’orario per la scuola dell’infanzia».

Per la primaria significherebbe passare da due a cinque pomeriggi alla settimana. Tre pomeriggi in più che saranno dedicati ad attività come arte e sport. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, invece, si tratta di allungare le attività pomeridiane fino ad un orario più tardo per favorire l’iscrizione a bambini con entrambi i genitori lavoratori e che, magari, non hanno ancora i nonni in pensione.

Una piccola rivoluzione che, comunque, non arriverà già con il prossimo mese di settembre. Sul calo degli iscritti influiscono ovviamente molti fattori. I principali sono la scarsa, e ormai cronica, propensione a fare figli e il fatto che Verceia sia uno dei comuni più periferici nel contesto territoriale della Valchiavenna. Peraltro, quello di Verceia non è l’unico comune in difficoltà con i numeri. Già si sa di Samolaco, comune ben più grande rispetto a Verceia, alle prese con il rischio di dover chiudere una delle due scuole dell’infanzia. Altri territori in passato hanno dovuto subire scelte dolorose per il problema dei numeri risicati degli iscritti. Come quelli di Villa di Chiavenna e Madesimo, che si sono visti chiudere plessi. Realtà periferiche, e anche montane in questo caso, rispetto alla città di Chiavenna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA