
Economia / Sondrio e cintura
Martedì 09 Settembre 2025
Frontalieri: sindacati uniti contro la tassa sulla salute. Pronto il ricorso
I sindacati bocciano la tassa sulla salute e valutano ricorsi. Contestati anche i contenziosi sulle regole fiscali.
Sondrio
Dura presa di posizione contro la cosiddetta tassa sulla salute, quella espressa dai consigli sindacali interregionali italo-svizzeri delle sei organizzazioni sindacali attive a tutela dei lavoratori frontalieri in Italia e in Svizzera, riunitesi venerdì scorso a Como per fare il punto della situazione sia su quello che giudicano un balzello anticostituzionale, sia sulle difficoltà interpretative in cui si incorre nell’applicazione della legge nazionale che recepisce le nuove regole fiscali vigenti fra Italia e Svizzera.
Al tavolo i rappresentanti dei consigli sindacali interregionali di Ticino-Lombardia, Piemonte, Sondrio-Grigioni, Alpi centrali per la provincia autonoma dell’Alto Adige e dei Grigioni, oltre ai referenti di Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati svizzeri Unia, Vpod, Ocst, Syna e Syndicom.
Tutti sono contro quella che definiscono la tassa sulla salute, entrata in vigore con la legge di bilancio a partire dal gennaio del 2024, ma di fatto mai applicata in attesa di un decreto attuativo che i sindacati vorrebbero non venisse mai adottato.
«Tutte le sigle – è scritto in un comunicato unitario – confermano il giudizio di forte contrarietà all’applicazione della legge e auspicano che i Ministeri della Salute e dell’Economia non procedano alla definizione del decreto attuativo volto a scoraggiare la migrazione in Svizzera del personale sanitario. In caso di concreta applicazione della legge, peraltro, confermiamo la via del ricorso al Tribunale ordinario per porre la questione degli evidenti profili di incostituzionalità alla Corte Costituzionale».
Il ricorso, quindi, nel caso in cui la tassa o contributo sulla salute dovesse venire richiesto è pacifico, ma i sindacati non si limitano a paventarlo. Chiedono anche a Regione Lombardia «la prosecuzione del confronto avviato nei mesi scorsi – dicono – cui chiediamo anche di farsi parte attiva presso il Governo nazionale perché fermi l’iter di attuazione della tassa consentendo la ripresa di un confronto».
Giudicato «del tutto insufficiente a definire, nell’interesse dei lavoratori, il quadro complessivo entro cui l’eventuale applicazione si muoverebbe», anche l’ultimo e unico incontro tenutosi nel luglio scorso in Regione Lombardia, nel quale era stata confermata l’intenzione di procedere con l’applicazione della misura entro la percentuale minima del 3% respingendo, però, la proposta di Cgil, Cisl e Uil di trasformarla in contributo volontario. Si era invece detto che fino al 30% del gettito si sarebbe investito nella sanità di frontiera, ma ora le parti sindacali vogliono capire meglio.
«Siamo dentro un quadro caotico, tenuto conto che stanno aumentando i contenziosi sulle questioni di carattere interpretativo nell’applicazione della legge 83/23 di revisione delle regole fiscali dopo l’adozione del nuovo accordo italo-svizzero sulla fiscalità – dicono le parti sindacali – per cui il sostanziale abbandono del tavolo interministeriale istituito a febbraio e non più convocato non facilita le cose. Ribadiamo la necessità urgente di una sua riconvocazione per affrontare i temi già definiti da mesi».
Entro il mese prossimo, le parti sindacali incontreranno i lavoratori in un giro di assemblee sul territorio e vogliono avere elementi certi su cui ragionare.
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