Lecco, minacce sotto casa e un colpo di pistola: «Sono il boss»

La vicenda risale al 2019: un uomo è accusato di aver minacciato con un’arma un’altra persona per presunti debiti. La testimonianza della compagna e lo stub al centro del dibattimento

Lecco

La sagoma di un uomo, in mano una pistola, le parole minacciose: «I debiti vanno pagati, qui io sono il boss». Nonostante siano passati anni dall’accaduto, la testimone ricorda quanto avvenuto davanti a casa sua, in centro città, quando un uomo, nel 2019, si presentò chiedendo del suo compagno. Secondo il ricordo della donna, e secondo la tesi della pubblica accusa, quella persona era Augustin Ameyibor, già coinvolto in altre vicende giudiziarie per accuse legate allo spaccio di droga in viale Turati nel rione Santo Stefano, anche se poi a gennaio 2024 era stato assolto dalle contestazioni.

In questa vicenda andata a dibattimento nei giorni scorsi a palazzo di giustizia, l’uomo, attualmente sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, e assistito dall’avvocato Elda Leonardi, è accusato di minacce aggravate. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni avrebbe esploso un colpo di pistola a scopo intimidatorio, dopo essersi presentato a casa di un altro soggetto, con il quale forse aveva in sospeso questioni economiche.

«Ho visto la figura di un uomo sotto un lampione – ha ricordato l’allora compagna del destinatario delle presunte intimidazioni (oggi moglie dello stesso) – e ho notato la canna della pistola che sporgeva dalla mano chiusa. L’ho riconosciuto perché lo conoscevo sin da quando era una ragazzino. Ho sentito chiaramente le parole ‘sono il boss’ e ‘ i debiti vanno pagati’».

Prima della donna si è presentato in aula anche un ispettore della Squadra Mobile, che aveva indagato sull’accaduto. L’arma non venne mai trovata, ma l’imputato venne sottoposto alla prova dello stub, il procedimento scientifico che serve a verificare la presenza dei residui di uno sparo da arma da fuoco. Nella galleria del suo telefonino, all’epoca, vennero trovate alcune immagini che lo ritraevano impugnare una pistola. Il processo è stato rinviato alla metà di giugno, per le probabili conclusioni.

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