
Cronaca / Merate e Casatese
Venerdì 27 Giugno 2025
Condanna per omicidio colposo all’imprenditore dopo la morte di Stefano Anastasio in cantiere
Due anni di reclusione e oltre 400mila euro di risarcimenti provvisionali: è la condanna in primo grado per Gianni Sassella, imprenditore edile casatese
Casatenovo
Si ribaltò lateralmente con un miniescavatore, mentre lavorava in un cantiere di Besana Brianza, l’11 gennaio 2022. Per Stefano Anastasio, 50enne di origini campane, ma che già da anni si era rifatto felicemente una vita a Casatenovo, non ci fu nulla da fare. Dopo tre anni e mezzo, il tribunale di Monza ha sancito nella tarda mattinata di oggi la condanna in primo grado a 2 anni di reclusione per Gianni Sassella, imprenditore edile molto noto a Casatenovo, imputato di omicidio colposo.
La pronuncia, che ha accolto le richieste del pubblico ministero Carlo Cinque, è del giudice brianzolo Dario Salerno, che ha stabilito risarcimenti provvisionali a favore dei familiari dell’uomo (sette in tutto le parti civili costituite) per un totale di oltre 400mila euro. Il tribunale non ha concesso la sospensione condizionale della pena, visto che a carico dell’impresario risulta una precedente condanna (diventata irrevocabile) emessa dal tribunale di Lecco, in relazione, secondo quanto riferito da fonti legali, a un altro infortunio sul lavoro (non mortale). Il lavoratore era originario di Maddaloni, località della provincia di Caserta, ma abitava da anni a Casatenovo, dove aveva moglie e due figli (adolescenti all’epoca del fatto). In quel tragico giorno di gennaio di tre anni fa, era rimasto schiacciato sotto il peso della cabina dell’escavatore che stava manovrando mentre era al lavoro all’interno di un cantiere edile per la costruzione di uno stabile residenziale a Besana. Era stato sblzato lateralmente dal mezzo, e poi sovrastato dallo stesso. Sotto accusa il mancato utilizzo della cintura di sicurezza da parte dell’operaio.
«L’imputato avrebbe dovuto ammonire, addirittura licenziare l’operaio per salvargli la vita», hanno sostenuto i legali di parte civile (gli avvocati Alessandro Petito e Domenico Raschellà) nel corso del processo. Mentre per il difensore di Sassella, l’avvocato Nino De Benedetti, il suo assistito è da considerarsi estraneo alle accuse. La tragedia, secondo il legale, andrebbe addebitata a una negligenza de lavoratore stesso. «Naturalmente raccomando sempre agli operai di lavorare in sicurezza, e quindi di allacciarsi le cinture», è stata la difesa dell’imputato. Il giudice si è preso un termine di novanta giorni, per il deposito delle motivazioni, contro il quale sembra piuttosto scontato il ricorso in Corte d’Appello. La vittima, all’epoca del fatto, avrebbe festeggiato 25 anni di matrimonio con Carmen, conosciuta in Lombardia, nonché infermiera molto apprezzata presso una Rsa di Monticello Brianza. Anastasio era dunque originario di Maddaloni, nel casertano, dove aveva le sue radici, ma era conosciuto a Casatenovo, soprattutto nella frazione Rogoredo, dove era attivo nel dare una mano alle attività della società calcistica locale.
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