Ponte di Paderno, i sindaci ribadiscono: «Meglio sistemare quello che già c’è»

Gli amministratori: «Il progetto di un nuovo viadotto impatta troppo su viabilità e passaggio»

Merate

Tutto quello che non va nella viabilità del meratese e dell’alto vimercatese: i sindaci delle due zone hanno approfittato del dibattito pubblico sul nuovo San Michele per indicare a Rfi tutti i problemi delle strade in una vasta zona che inevitabilmente si collega alla realizzazione del nuovo viadotto. Il documento è ancora all’approvazione di tutti gli enti, ma è già stato illustrato nella commissione ambiente e territorio di Merate. Raccoglie i pareri e i punti di vista di parecchi Comuni, dai quattro rivieraschi Imbersago, Robbiate, Paderno e Verderio, direttamente interessati al viadotto, a quelli toccati dall’impatto del traffico, come Merate, Osnago, Lomagna, Cernusco nel lecchese, ma anche Ronco Briantino, Aicurzio, Sulbiate, Bernareggio, Carnate, Usmate nell’alto vimercatese.

Il documento sarà presentato al Dibattito Pubblico, per cui c’è stata una proroga fino all’11 agosto per il deposito delle osservazioni. In parte ricalca il documento presentato lo scorso venerdì a Paderno dai quattro sindaci dei paesi rivieraschi, in parte allarga lo scenario a tutti i collegamenti viari della zona.

«È stata la stessa Rfi a chiederci di indicare i problemi e i punti critici della viabilità, è stato un lungo lavoro di elaborazione che ha comportato parecchi incontri e riunioni allargate e ristrette», ha spiegato il sindaco Mattia Salvioni illustrando il documento. Prima di tutto ribadisce la preferenza degli amministratori locali per la riqualificazione del San Michele secondo il progetto originario che era stato invalidato dalla Soprintendenza: «Era stato l’amministratore delegato di Rfi a chiedere al Ministero il prolungamento della vita di 50 anni, treni a 70 km orari e contemporaneo passaggio dei veicoli. Mi chiedo quanto un viadotto a 30 metri da quello attuale impatti sul paesaggio», ha aggiunto Salvioni.

I sindaci chiedono che si riprenda in mano il tracciato originario della gronda merci, la cosiddetta “Gronda nord-est” che prevede una nuova ferrovia da Carnate verso la bergamasca con passaggio sull’Adda nella zona tra Cornate e Trezzo, già approvata dal Cipe nel 2005, ed elenca tutti i nodi critici della viabilità. Si parte dal semaforo di Robbiate tra Sp56 e 54, ai due passaggi a livello della Sernovella, al semaforo di Brugarolo, dal passaggio a livello di Brugarolo per arrivare al semaforo di Cernusco tra 342 e 54, all’ingresso in Tangenziale tra Carnate, Usmate e Lomagna, dal traffico di attraversamento nel centro di Bernareggio a quello che viaggia da Verderio verso Cornate, dalle code che si formano da Calco alla Tangenziale per finire con la mancanza di una fermata aggiuntiva sulla Carnate-Bergamo al passaggio a livello di Ronco-Brugarolo.

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