Scuola, allarme Cisl: in provincia di Sondrio mancano 19 Dsga su 31 istituti

Il segretario Dario Caelli denuncia la grave carenza di Direttori dei servizi generali e amministrativi: oltre il 60% dei posti rischia di restare scoperto. «Senza interventi strutturali le segreterie scolastiche non reggeranno»

Sondrio

In vista del nuovo anno scolastico si profila una grave criticità per le scuole della provincia sondriese: la carenza di Dsga, Direttori dei servizi generali e amministrativi, figura apicale insieme al dirigente scolastico.

A lanciare l’allarme è Dario Caelli, segretario generale della Cisl Scuola: «Rischiamo di arrivare a 19 Dsga scoperti su 31 istituzioni scolastiche. Un numero altissimo, che mette in discussione il buon funzionamento dell’organizzazione scolastica», osserva, ricordando che il Dsga dirige e coordina i lavori delle segreterie.

Tra le cause principali, secondo Caelli, c’è l’assenza di candidati locali: «Nessuno dei vincitori del concorso Dsga proviene dal nostro territorio e questo significa che nessuno ha interesse a scegliere le nostre scuole come sede definitiva». Anche chi ha ricoperto il ruolo con funzione vicaria lo scorso anno «ha chiesto trasferimento in altre province, aggravando la situazione».

Il problema non è solo quantitativo, ma anche strutturale e legato all’attrattività del territorio. «Chi viene da fuori si scontra subito con due ostacoli enormi: la carenza di alloggi a prezzi sostenibili e la difficoltà logistica. Le aree turistiche come Chiavenna, Bormio, Morbegno e Tirano sono sature: gli affitti brevi legati al turismo hanno ridotto drasticamente l’offerta per chi cerca una sistemazione stabile».

A ciò si aggiungono i limiti nei trasporti e le ulteriori difficoltà previste in vista delle Olimpiadi 2026, che rischiano di rendere ancora più complessi gli spostamenti. «Tre mandamenti su cinque hanno una forte vocazione turistica, ma questa, paradossalmente, limita la possibilità di garantire continuità al personale scolastico», sottolinea Caelli.

La Cisl Scuola chiede quindi interventi urgenti: «Servono politiche che rendano il nostro territorio più attrattivo dal punto di vista abitativo e professionale, e un sistema di reclutamento più razionale che tenga conto delle specificità delle province montane». Senza soluzioni rapide, il rischio è che molte scuole debbano ancora una volta arrangiarsi con soluzioni provvisorie, con conseguenze pesanti sull’efficienza amministrativa e sulla qualità del servizio scolastico.

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